lunedì 10 aprile 2017
Indagato per falso materiale e ideologico il capitano del Noe Giampaolo Scafarto, autore di un'informativa agli atti dell'inchiesta Consip su mega appalto da 2,7 miliardi.
Tiziano Renzi (Ansa)

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Sarà interrogato dopo Pasqua il capitano del Noe Giampaolo Scafarto, indagato dalla procura di Roma per falso materiale e ideologico nell'ambito dell'inchiesta Consip. C’è un interrogativo dei magistrati di piazzale Clodio su tutti: l’ufficiale ha agito di propria iniziativa o su sollecitazione? Al primo confronto con il pm Mario Palazzi il carabiniere si è avvalso della facoltà di non rispondere in attesa di conoscere gli atti. Il padre dell’ex premier, Tiziano Renzi, in tribunale a Firenze per una causa contro il giornalista Travaglio, rinviata al 19 ottobre, ha preferito non fare commenti sul nuovo corso dell’inchiesta.

Sulla vicenda interviene anche il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone: «Credo che la magistratura stia dimostrando di saper fare le cose con chiarezza, nei tempi ragionevoli, e anche con grande rigore e coraggio. Dobbiamo avere la pazienza di aspettare le prossime decisioni».

Massima fiducia nella Magistratura viene espressa anche da fonti dei Carabinieri che non hanno adottato alcun provvedimento nei confronti dell’ufficiale indagato autore di un'informativa sul mega appalto da 2,7 miliardi per il Facility management 4i.

Per la configurazione del reato di falso è indispensabile "il dolo" e quando nella vicenda del capitano Scafarto «sarà analizzato in modo esclusivamente tecnico la sussistenza di tale elemento, questa vicenda processuale troverà la sua fisiologica definizione»: è quanto dice l'avvocato Giovanni Annunziata, difensore del capitano dei carabinieri Gianpaolo Scafarto.

La caduta della prova regina

Nessuna intromissione indebita dei servizi segreti nel caso Consip. Ma soprattutto la caduta della prova regina sulla presunta tresca fra il padre dell’ex premier Matteo Renzi, Tiziano, e l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, (in carcere da oltre un mese) accusato di aver corrotto un funzionario Consip e di aver promesso denaro a Tiziano Renzi per aggiudicarsi una serie di appalti. Il pm di Roma, Mario Palazzi, smonta la manipolazione delle intercettazioni e indaga, per falso materiale e ideologico il capitano del Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri, Gian Paolo Scafarto.

L'autista dell'Opera Pia stabilimenti spagnoli

L’ufficiale del Noe sapeva, secondo il pm, che l’uomo fotografato in piazza Nicosia era un autista dell’Opera Pia stabilimenti spagnoli, ma ha scritto che si trattava di uno 007 mobilitato per intromettersi nell’inchiesta Consip. Seconda e più significativa presunta mistificazione è l’aver attribuito a Romeo una frase che è stata sì pronunciata, ma dall’ex parlamentare Fli Italo Bocchino, intercettato nell’ufficio dell’imprenditore napoletano il 6 dicembre 2016 mentre diceva: «Renzi l’ultima volta che lo ho incontrato».

Il capitano, chiamato a spiegare la sua versione dei fatti, ha preferito non rispondere, in attesa, hanno precisato i suoi avvocati, di leggere le carte. Nell’invito a comparire, il pm gli contesta «di aver affermato, contrariamente al vero, che... Bocchino si allontana e Romeo continua a parlare con Ruscigno, e mentre quest’ultimo commenta negativamente tutti i provvedimenti emessi dalla magistratura ritenendo che non vi siano prove contro il Romeo, quest’ultimo racconta del suo rapporto con Bocchino per poi affermare:... Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato... ».

Questa frase - scriveva Scafarto - assume straordinario valore e consente di inchiodare alle sue responsabilità il Renzi Tiziano in quanto dimostra che effettivamente il Romeo e il Renzi si siano incontrati (circostanza riferita a verbale da Alfredo Mazzei, ex tesoriere del pd campano,sentito il 2 gennaio 2017), atteso che il Romeo ha sempre cercato di conoscere Renzi Matteo senza però riuscirvi». La frase che per il carabiniere era l’accusa regina «era stata proferita da Bocchino – scrive il pm di Roma – come peraltro correttamente riportato sia nel sunto a firma del vicebrigadiere Remo Reale, sia nella trascrizione a firma del maresciallo capo Americo Pascucci».

Tiziano Renzi accoglie la novità con piacere e senza stupore: «È la conferma - dice il suo avvocato Federico Bagattini - che non ha mai visto Alfredo Romeo». Parla anche Bocchino che, a sua volta precisa di non aver mai incontrato Tiziano Renzi. «Parlando di un Renzi mi riferivo presumibilmente all’ex presidente del Consiglio». E Renzi gli risponde: «Bocchino faceva il parlamentare, se l’ho incontrato, l’ho fatto in Parlamento. Anzi no, perché io non ero in Parlamento. Non esiste».

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