venerdì 18 giugno 2010
Lo sottolinea la Cassazione che ha appena depositato le motivazioni della decisione con la quale lo scorso 10 luglio ha deciso il trasloco dell'inchiesta fiorentina a Roma confermando le misure cautelari per Fabio De Santis, Guido Cerruti, e Francesco De Vito Piscicelli.
COMMENTA E CONDIVIDI
La cricca coinvolta negli appalti per la scuola dei marescialli dei carabinieri di Firenze e per altre opere, si muoveva in una «situazione in attuale divenire, caratterizzata dall'utilizzazione spregiudicata di un sistema di relazioni professionali e personali che ha realizzato una rete di interessi intrecciati» non legittimi. Lo sottolinea la Cassazione che ha appena depositato le motivazioni della decisione con la quale lo scorso 10 luglio ha deciso il trasloco dell'inchiesta fiorentina a Roma confermando le misure cautelari per Fabio De Santis, Guido Cerruti, e Francesco De Vito Piscicelli.Dall'indagine in corso a Perugia sulla presunta cricca degli appalti, intanto, emerge come Diego Anemone «considerasse le società come cosa propria, disponendo in pieno di esse». Lo ha scritto il gip Massimo Ricciarelli motivando il divieto applicato a quattro società del costruttore di contrattare con la pubblica amministrazione. Il giudice ha invece respinto la richiesta dei pm di nominare un commissario giudiziale.Provvedimento che riguarda Anemone costruzioni, Tecnocos, Redim 2002 e Appalti lavori progetti internazionale. Il gip ha comunque limitato il divieto di contrattare - si legge nel provvedimento - «alla sola assunzione di appalti al di fuori di gare a evidenza pubblica tali da garantire la concorrenza e la segretezza delle offerte».Il giudice ha tra l'altro rilevato che i reati contestati nell'ordinanza nei confronti della presunta cricca «siano stati commessi nell'interesse dell'intero sistema di società facenti capo all'Anemone e a concreto vantaggio delle quattro società cui la richiesta del pm si riferisce».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: