venerdì 2 novembre 2018
In Campania un nuovo disastro ambientale: dopo Marcianise un altro incendio in un impianto di trattamento dei rifiuti. Il ministro dell'ambiente: "Siamo sotto attacco. Il territorio lo è"
Incendio in un impianto di rifiuti a Santa Maria Capua Vetere
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È andato a fuoco nella notte del primo novembre lo Stir di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Napoli, lo stabilimento di tritovagliatura ed imballaggio rifiuti, in gran parte destinati al termovalorizzatore di Acerra.

A bruciare è un enorme capannone strapieno di rifiuti già selezionati e trattati, pronti per essere inviati ad Acerra. L'impianto era chiuso per la festività e ad accorgersi del fuoco sono stati i guardiani. Alte fiamme sulle quali hanno operato otto squadre dei vigili del fuoco.

Un nuovo disastro ambientale. L'ennesimo incendio in un impianto di trattamento dei rifiuti. "Siamo sotto attacco. Il territorio lo è. Tutti noi cittadini lo siamo. Un altro incendio, sempre più grande, sempre nello stesso territorio. E sempre in un impianto di stoccaggio di rifiuti" denuncia su facebook il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa che sta effettuando un sopralluogo presso il maxi impianto e alle ore 13 parteciperà al Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza presso gli uffici della Prefettura di Caserta, al quale prenderà parte anche la Regione, per fare il punto della situazione su questa nuova escalation criminale sul fronte dei rifiuti.

Il 26 ottobre scorso era andata in fumo un’azienda di Marcianise che tratta rifiuti, la Lea srl, ad appena un chilometro dallo Stir di Santa Maria Capua Vetere.

A fine settembre un altro incendio si era sviluppato nella zona industriale di Pignataro. Il 23 agosto era toccato allo Stir di Casalduni. Il 25 luglio invece un altro incendio si è sviluppato alla Di Gennaro di Caivano. Il primo luglio alla Ecologia Bruscino di San Vitaliano. Il 12 gennaio alla Ilside di Bellona, già bruciata nel 2012 e nel 2017.

"Quello che abbiamo ipotizzato e che abbiamo cercato di fermare mettendo i siti in una lista ad hoc, di siti sensibili, presso le prefetture, come sorvegliati speciali, ecco non basta" scrive ancora il ministro dell'Ambiente e accusa: "C'è una precisa strategia criminale in atto ed è arrivato il momento che non solo il Ministero dell'Ambiente scenda in campo, come ha fatto dal primo giorno e continuerà a fare ogni giorno, ma tutto il governo sia presente con tutti gli strumenti a disposizione". E il ministro, ex generale dei Carabinieri forestali in prima linea nella "terra dei fuochi", lancia una sfida agli incendiari. "Questi criminali incendiano per costringerci a una nuova emergenza. Vogliono inginocchiare lo Stato. Ma noi non torniamo indietro e li vogliamo vedere marcire in carcere. Lo Stato siamo noi. Loro sono solo lo scarto della criminalità. Avvelenano il territorio, e i concittadini, per i loro sporchi affari. Faremo sentire tutta la nostra forza. Carabinieri, indagini serrate, anche l'esercito se necessario: bisogna presidiare il territorio, far sentire alla criminalità organizzata i muscoli dello Stato, non lasciare soli i cittadini, mai. Tutto il governo – conclude il Ministro dell’Ambiente - deve essere presente in "terra dei fuochi" e tutto il governo sarà presente. Non siete soli. Non lo sarete mai".

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