lunedì 15 marzo 2010
Sono bastati alcuni interminabili minuti, nella notte tra sabato e domenica, a trasformare un anonimo seminterrato in luogo di paura e morte per un peruviano di 25 anni, un romeno di 24 e due ragazze di 25 e 21 anni, una del San Salvador e l'altra del Guatemala, che partecipavano a una festa privata nel circolo culturale Sabor latino in via Cappadocia.
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Dal ballo alla trappola di fumo, dalla festa alla tragedia. Sono bastati alcuni interminabili minuti, nella notte tra sabato e domenica, a trasformare un anonimo seminterrato a luogo di paura e morte per quattro giovani stranieri, un peruviano di 25 anni, un romeno di 24 e due ragazze di 25 e 21 anni, una del San Salvador e l'altra del Guatemala, che partecipavano a una festa privata nel circolo culturale Sabor latino in via Cappadocia, a Roma.Un locale, si è poi capito dopo gli accertamenti dei carabinieri e dei vigili del fuoco, al quale mancavano alcune autorizzazioni proprio inerenti allo svolgimento di feste di questo tipo. Ma, soprattutto, un locale al quale mancava l'uscita secondaria antincendio. Anzi la porta c'era ma era difettosa e per questo il titolare del club, un cittadino macedone di 50 anni, è stato denunciato con l'accusa di omicidio colposo plurimo.La denuncia del cittadino macedone è inserita nella prima informativa che i carabinieri hanno consegnato al pm della Procura capitolina Bice Barborini. Secondo gli accertamenti svolti, infatti, se la porta antincendio avesse funzionato è probabile che le quattro vittime si sarebbero potute salvare.Una delle vittime, il cittadino peruviano, era il dj della serata che, una volta divampato l'incendio a uno degli amplificatori dell'impianto musicale, ha tentato di spegnerlo insieme ad altre persone. Poi non riuscendoci ha tentato la fuga insieme agli altri tre giovani, non dalla porta principale comegli altri partecipanti alla festa, ma da quella sul retro.Gli investigatori hanno confermato che l'uscita di sicurezza del locale era bloccata e questo avrebbe impedito ai quattro giovani di fuggire e mettersi in salvo, come invece hanno potuto fare gli altri ospiti, una quarantina circa, che sono fuggiti dall'entrata principale. Una decina di persone è rimastaleggermente intossicata perché all'interno del locale si è sprigionato molto fumo. I vigili del fuoco hanno ricevuto la chiamata alle 23.53 di sabato e sono arrivati sul posto dopo quattro minuti. Poi il lungo lavoro per verificare le cause dell'incendio e quello per stabilire le eventuali responsabilità, un lavoro fino alle 5.30 di ieri mattina.Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha puntato il dito sulle mancate norme di sicurezza del locale. «Il circolo Sabor Latino - ha fatto sapere il primo cittadino - era stato già oggetto della determina comunale del 15 dicembre 2009, che aveva proibito al gestore ogni attività di intrattenimento danzante, perché il locale era privo dei requisiti previsti per legge per questo tipo di attività». Anche gli abitanti del palazzo di via Cappadocia sembrano convinti che quella della scorsa notte siastata come una sorta di tragedia annunciata. «Era inevitabile che accadesse una cosa del genere: io in quel locale ci sono stato, nulla era a norma», racconta un giovane inquilino dello stabile. «È un locale di circa 200 metri quadri - aggiunge -. All'interno c'è una sorta di cucina e una sala più grande dove si balla». «Magari lo chiudono per sempre questo garage - gli fa eco un altro abitante -. La sera c'è sempre confusione».
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