lunedì 1 aprile 2019
A fuoco le cataste di legna della fabbrica di pannelli truciolari della ex Annovati, oggi di proprietà della multinazionale turca Kastamonu
Incendio sospetto alla fabbrica Kastamonu di Frossasco
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Brucia ancora il gigantesco cumolo di scarti legnosi dello stabilimento Kastamonu di Frossasco (To). L’incendio, quasi certamente di origine dolosa, è divampato verso le 4.30 dello scorso giovedì su uno dei depositi e poi rapidamente si è esteso a tutta l’area. Immediatamente si è alzata un’altissima colonna di fumo visibile a diversi chilometri di distanza, cui è seguita una “pioggia di cenere” che ha reso l’aria nei dintorni dello stabilimento maleodorante.

Sul posto operano da giorni numerose squadre di vigili del fuoco, coadiuvate dalla protezione civile e dai volontari AIB (Anti incendio boschivi). Nella giornata di venerdì sono intervenuti anche due elicotteri e alcuni agricoltori hanno messo a disposizione i loro mezzi agricoli dotati di lance per l’acqua.
L’Arpa Piemonte (Agenzia Regionale per la protezione ambientale) ha proceduto con i rilevamenti sulla qualità dell’aria che, al momento, risulta non dannosa per la salute. Lunedì 1 aprile i sindaci di Frossasco e dei paesi limitrofi si incontreranno con i tecnici dell’ARPA per fare il punto della situazione. Intanto si è attivato anche il Politecnico di Torino che istallerà delle centraline per eseguire un controllo parallelo.

Questo disastro per certi versi era annunciato. Da anni gli abitanti del bivio di Frossasco denunciavano la pericolosità del grande accumulo di materiale infiammabile lasciato in eredità delle precedenti proprietà (Annovati e Trombini) all’attuale Kastamonu, una multinazionale turca che produci pannelli di legno truciolato. Il gruppo, due anni fa, aveva acquisito tutti e quattro gli stabilimenti della Trombini. Nel luglio 2018 anche presso lo stabilimento di Pomposa (in provincia di Ferrara) si era verificato un analogo incendio per il quale era stata avviata una indagine al fine di verificare la presenza residua nel territorio circostante di formaldeide, diossine, IPA ed altri microinquinanti.

Un’indagine è stata avviata anche per lo stabilimento di Frossasco, ma ora la priorità è quella di mettere in sicurezza l’area. «Una parte del cumulo – spiega il sindaco di Frossasco Federico Comba che ha attivato un Centro Operativo Comunale (C.O.C.) per la gestione dell'emergenza - sarà gestita utilizzando mezzi meccanici, mentre per la restante parte verranno poste in essere azioni di contenimento». Le operazioni certamente proseguiranno ancora per diversi giorni.

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