giovedì 4 novembre 2010
L’incidente provocato dallo scoppio di una bombola. Due lavoratori in fin di vita sono stati trasportati al centro grandi ustionati di Torino. La ditta si occupa dello smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi.
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Un forte boato, un’esplosione che si è sentita a lunga distanza, seguita da una colonna di fumo nero. Sette operai, cinque albanesi e due italiani sono state investiti dalle fiamme. Due di loro, ricoverati al Niguarda di Milano, versano in pericolo di vita, gli altri cinque sono in condizioni molto gravi. La tragedia si consuma a Paderno Dugnano, comune dell’hinterland milanese, nei capannoni della Eureco Holding, una azienda autorizzata a smaltire rifiuti speciali, pochi minuti prima delle 15. In particolare, la Eureco che opera con altre imprese del settore, è specializzata nella trasformazione e smaltimento di olii esausti e batterie delle macchine. All’interno dell’azienda al momento della tragedia c’erano 15 dipendenti. Un gruppo di otto persone stava lavorando all’esterno di un capannone, in prossimità di un container quando si è sviluppato un incendio vicino ad una bombola di acetilene. Con ogni probabilità il calore ha bruciato i tubi che trasportano il gas e il bidone di acetilene si è trasformato in una autentica bomba. Le fiamme hanno attaccato alcune latte di vernici che hanno preso fuoco e sono scoppiate a loro volta provocando un vasto incendio che ha interessato oltre mille metri dei 10 mila metri della fabbrica. A terra sono rimasti sette operai. Alcuni sono stati investiti in pieno dallo scoppio e dal fuoco. Sono stati alcuni colleghi a portare loro i primi soccorsi. Dal vicino ospedale di Niguarda si sono alzati due elicotteri dell’Elisoccorso mentre in zona sono state inviate auto mediche, ambulanze. Tutta l’azienda è stata messa in sicurezza dalle forze dell’ordine. All’interno della fabbrica vi erano altre bombole di gas propano e di acetilene che sarebbero potute scoppiare da un momento all’altro. I feriti sono stati soccorsi dagli altri operai: «Ho visto un collega completamente bruciato - ha detto uno dei lavoratori -. Era irriconoscibile». I feriti vengono intubati e trasferiti negli ospedali milanesi di Niguarda, S. Carlo, S. Raffaele, S. Paolo e al S. Gerardo di Monza. In serata, due di loro, un albanese e un italiano, sono stati trasportati all’ospedale S. Anna di Torino. Pur non essendo in prossimità di quartieri residenziali i pochi vicini ricordano che già lo scorso luglio all’interno della fabbrica si era sviluppato un incendio, per fortuna, risoltosi senza feriti. In tanti ricordano le "battaglie" contro questa fabbrica. «Per anni - dicono alcuni residenti del vicino rione di Palazzolo - ci siamo battuti per far chiudere questa fabbrica. Le nostre paure, oggi, purtroppo si sono rivelate in tutta la loro drammaticità». E ancora sembra che la Eureco non fosse fra le poco meno di 100 aziende milanesi inserite nella direttiva Seveso. Si sarebbe autocertificata come impresa non a rischio rilevante. Qualcosa non quadra. C’è il dramma di sette famiglie. Altri lavoratori che pagano un caro prezzo il diritto al lavoro. I sindacati chiedono che si facciano in tempi brevi tutti i rilievi per accertare la verità. In serata il sindaco di Paderno Marco Alparone, solidarizzando con le famiglie dei lavoratori, due sono di Paderno, ha tranquillizzato la città circa i rischi ambientali: al momento non risultano essercene. Poco prima delle 18 è stata riaperta la Milano Meda, mentre all’esterno della Eureco la gente si chiedeva se la tragedia poteva essere evitata.
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