lunedì 27 giugno 2016
Incendiata domenica notte l'auto dell'assessore comunale ai Lavori pubblici a Reggio Calabria, Angela Marcianò. Fiorini Morosini: «Deve essere chiaro che chi commette atti criminali, intimidatori e vessatori non si comporta da cristiano, non è un discepolo del Signore».
COMMENTA E CONDIVIDI
È stata incendiata domenica notte l'auto dell'assessore comunale ai Lavori pubblici a Reggio Calabria, Angela Marcianò. La macchina era parcheggiata a pochi metri dalla sua abitazione. «Ciò che è accaduto non ci fermerà», ha commentato Marcianò. «Sono molto scossa ma affronterò questo momento con calma e determinazione, insieme al sindaco Falcomatà, agli assessori della Giunta ed al Prefetto di Reggio Calabria che ringrazio per l'immediata solidarietà che mi hanno espresso. Non faremo un passo indietro». «L'azione di rinnovamento e di contrasto alla criminalità organizzata inaugurata dal governo cittadino non indietreggerà di un millimetro - si è espresso pubblicamente così il sindaco di Reggio Calabria, sindaco Giuseppe Falcomatà -. Piena e incondizionata solidarietà e vicinanza all'assessore Angela Marcianò da parte mia e da tutta l'Amministrazione comunale». Parole di solidarietà non sono mancate dall'arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, Giuseppe Fiorini Morosini: «Episodi come questi devono interrogare la nostra coscienza e non devono passare inosservati. Soprattutto noi cristiani abbiamo il dovere di reagire al male, al crimine che attanaglia la nostra città e le impedisce di vivere con normalità e di crescere anche dal punto di vista economico». Dopo le intimidazioni la giornata di riflessione voluta dal vescovo Per favorire inoltre una riflessione su legalità e giustizia, l'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova ha disposto che durante tutte le feste patronali che si svolgeranno nei mesi estivi in tutte le parrocchie della Diocesi, venga prevista una giornata di riflessione sul rapporto tra la fede professata, anche nelle pratiche di pietà Popolare, e la vita vissuta. «C'è un drammatico divario da colmare: quello tra fede e vita. Deve essere chiaro che chi commette atti criminali, intimidatori e vessatori non si comporta da cristiano, non è un discepolo del Signore» si legge nella nota con la firma dell'arcivescovo Fiorini Morosini. «Ci fa soffrire e ci interroga la coabitazione tra manifestazioni religiose e gesti criminali nei luoghi dove abitiamo. Nella vita del cristiano ci deve essere coerenza tra quanto si professa di credere e quanto realmente si realizza nella quotidianità».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: