venerdì 9 agosto 2013
​In soli due giorni sono andati in funo 700 ettari di boschi e macchia mediterranea a causa di roghi di natura dolosa. E il vento potrebbe alimentare nuovi roghi. Ma le critiche si concentrano sui tagli che comportano la riduzione dei mezzi antincendio e del numero di vigili del fuoco. Legambiente: tagli che non producono risparmio, ma maggiori spese.
COMMENTA E CONDIVIDI
Settecento ettari di boschi e macchia mediterranea già andati in fumo fra mercoledì e giovedì. Roghi che - denuncia il comandante del corpo forestale regionale, Carlo Masnata - sono tutti dolosi. Un bilancio pesantissimo se si pensa che l'area andata in fumo in questi giorni è pari a quella bruciata dall'inizio della campagna antincendio 2013. Secondo Masnata, il maestrale arrivato ieri note ha consentito una riduzione delle temperature e si è rivelato, finora, un alleato nella lotta ai focolai ancora attivi. «La situazione si è normalizzata ed è sotto controllo» ha spiegato. Gran parte dell'apparato regionale antincendi e di protezione civile è in campo dalle prime ore del mattino in Sardegna per far fronte al rischio maestrale: il vento infatti potrebbe alimentare i roghi che, in particolare ieri, hanno devastato diverse zone dell'isola. Mentre alcuni focolai sono ancora attivi, si teme l'offensiva degli incendiari che potrebbe essere favorita dai forti venti da nord ovest previsti per oggi. «È una guerra impari», commenta il capo della protezione civile regionale Giorgio Cicalò, «che cerchiamo di combattere con tutti gli uomini e i mezzi a disposizione».Circa quattromila persone, di cui duemila sul campo, sono impegnate sul fronte del fuoco nell'isola con dodici elicotteri della Regione e quattro canadair. Mentre ancora nell'isola e anche in parlamento infuriano le polemiche per la carenza di mezzi aerei per combattere le fiamme, prosegue l'opera di spegnimento dei roghidi Laconi, nell'Oristanese al confine con la provincia di Nuoro, e Villagrande Strisaili in Ogliastra.Polemiche sui tagli: carenza di personale e mezzi antincendio«La Sardegna, più di ogni altra regione, sta pagando a caro prezzo la politica dei tagli lineari che ha comportato la drastica riduzione dei mezzi aerei antincendio, e la politica del blocco delle assunzioni deivigili del fuoco che sta portando ad una pericolosa carenza di personale dell'unico corpo in Italia che è in grado di intervenire in pochi minuti con un sistema di pronto intervento antincendio».La denuncia viene da Antonio Brizzi, segretario generale del Conapo sindacato autonomo dei vigili del fuoco.«Non voglio avventurarmi nella polemica degli F35 - assicura il rappresentante dei vigili del fuoco - ma sul fronte degli incendi posso affermare, con cognizione di causa che, F35 o meno, le risorse servono urgentemente o dovremmo pagare a caro prezzo le devastazioni conseguenti»Sulla stessa linea anche il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, che parla di «tagli che fanno male al Paese e che non fanno risparmiare un soldo». E che anzi si trasformano in una spesa: «In Sardegna i costi ambientali, sociali ed economici dei roghi saranno di gran lunga superiori al risparmio iniziale ottenuto coi tagli».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: