giovedì 6 ottobre 2022
Il regista Gianfranco Rosi racconta il suo ultimo lavoro su papa Francesco, nelle sale dal 4 ottobre, in dialogo con il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio
La presentazione del film al cinema Anteo di Milano

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“L’idea del film è nata durante la pandemia: quando ho ascoltato il Papa a Pasqua, vivevo con l’eco delle ambulanze ricordo quel discorso, da solo, quella piazza mi è rimasta dentro”. Lo racconta così, Gianfranco Rosi, come è nato e da dove arriva, da laico, il suo ultimo film “In viaggio” nelle sale dal 4 ottobre presentato mercoledì sera in anteprima a Milano al cinema Anteo.

Una proiezione “speciale” con la partecipazione del direttore di Avvenire Marco Tarquinio, in dialogo con il regista, e molti amici milanesi in sala. Fra cui il sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala, e don Davide Milani, ex portavoce del cardinali Tettamanzi e Scola. “Era il 27 marzo 2020, è resterà segnato da quelle che lo scrittore Sandro Veronesi definì le parole blu del Papa”, ricorda Tarquinio. E’ un racconto intimo, quasi timido, quello del regista. Che si scopre in tutta la sua sorpresa “in itinere”. Il film racconta dei viaggi di Francesco. Che in nove anni ha compiuto 37 pellegrinaggi, visitando 59 Paesi. Ma il film, davvero bellissimo, non racconta solo di questo “Papa in movimento “. I silenzi, la fotografia, il paesaggio dal finestrino dell’aereo papale spesso scortato dai velivoli militari. Non è solo questo. È molto di più. Perché alla fine è diventato un film sulla guerra e sul sogno di bene che non deve essere mai abbandonato.
“Il Vaticano ci ha consegnato 800 ore di materiale e in studio ne abbiamo selezionate duecento”. All’inizio il film partiva da Lampedusa e arrivava a Baghdad con salti temporali. “Poi è arrivata la guerra e ho avuto l’opportunità di partecipare al viaggio papale a Malta – prosegue il racconto Rosi – e lì ho ascoltate le sue parole forti sulla guerra e ho capito che era quello il punto di riferimento, che alla fine tutto portava lì e allora ho deciso di montare il materiale in ordine cronologico”. In Viaggio racconta per immagini uno dei testimoni di pace più influenti del nostro tempo: le parole, l’incalzare di Francesco davanti ai Grandi della Terra o anche ai più piccoli ma i più violenti. “Sei riuscito a fare una sintesi con un ritmo e un linguaggio che non hanno strappi, ma s’incidono dentro”, lo incalza il direttore Tarquinio. “È proprio questa la “forza del cammino””. Io posso giocare sui silenzi. Tu, giornalista, no e parole e silenzi si parlano a vicenda”. “È anche il racconto rotondo di tutti gli angoli, anche degli spigoli, del mondo”, sottolinea Tarquinio. Ci sono le parole di papa Francesco per i poveri, per le persone sfruttate, per i detenuti. Poi contro le armi, contro l’economia della guerra, sul genocidio armeno e sulla Shoah, e sulla guerra nello Yemen e in Iraq. E ci sono i silenzi di Erdogan. Anche la sala del cinema sprofonda nel silenzio. Un silenzio assordate che viene rotto solo alla fine dallo scroscio di applausi, che è un po’ un’ondata liberatori di emozioni. “Perché il Papa non smette mai di invitare a sognare”. Insieme, Tarquinio e Rosi non hanno dubbi: c’è bisogno di un film così, in questo momento.


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