giovedì 30 aprile 2020
Commercianti, barbieri, ristoratori: «Riaprire già lunedì». Iniziative da Nord a Sud
In tutta Italia la protesta delle chiavi

Ansa

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Andamento lento, con la ripartenza della “fase 2”, e c’è chi protesta perché vorrebbe riaprire bottega già dalla prossima settimana. Tra questi ci sono parrucchieri e barbieri che dovrebbero far funzionare i loro saloni dal 1° giugno (che peraltro è un lunedì, giorno di ordinaria chiusura dei coiffeur). E così un barbiere di Potenza ha pensato di rivolgersi direttamente al premier con una lettera. «Tagliarsi i capelli non è considerato bene di prima necessità come fare la spesa per mangiare.

Ma con questo mestiere io e la mia famiglia mangiamo dal 1978 da quando ho alzato per la prima volta la saracinesca del mio salone» scrive a Conte, Tonino Miglionico. «Va bene essere cauti perchè questo virus ha già fatto troppi danni e spedito all’altro mondo migliaia di persone, ma perché – prosegue il barbiere – costringerci a stare chiusi se, per esempio, nella mia regione, l’epidemia è sotto controllo e da tre giorni in tutta la Basilicata si registrano zero contagi? Lavoro da solo e, già da tempo, solo su appuntamento – racconta – chi è interessato mi ha sempre telefonato, abbiamo stabilito ora e tipo di prestazione e tutti sono andati via felici e soddisfatti». Hanno, invece, scelto di affidarsi ad un video i parrucchieri della Città Metropolitana di Firenze, che lanciano un appello per riaprire il 18 maggio.

Daniela Vallarano, presidente di Cna Firenze Estetica non ci sta a «essere considerati la categoria più rischiosa: tutti i centri estetici e i coiffeur, già in condizioni di normalità, rispettano norme rigorose in materia di prevenzione della salute pubblica. Da sempre usiamo strumenti e biancheria monouso e ci approcciamo con una persona alla volta. Sanifichiamo tutto. E con agli appuntamenti siamo in grado di controllare l’afflusso nei saloni. Sinceramente – afferma – vedo un rischio maggiore nel fare la spesa in un supermercato ». I commercianti, delusi dal “Decreto aprile”, annunciano un “flash mob” nelle piazze italiane il 4 maggio per chiedere l’apertura anticipata di due settimane dei negozi.


Video, lettere e messaggi indirizzati al governo e agli enti locali. “flash mob” anche a Milano, Roma e Bari. Manifestazione nazionale annunciata per il 4 maggio

Pronti a «proteste eclatanti» anche gli imprenditori umbri, secondo i quali il nuovo Dpcm «è irragionevole e produrrà danni gravissimi ad una economia già debole». In Friuli Venezia Giulia, Confcommercio ha lanciato una petizione online per chiedere al governatore, Massimiliano Fedriga, di «far valere a Roma le ragioni di un territorio che può e deve poter riaprire le imprese del terziario prima delle date fissate dal governo ». I commercianti del Lazio parlano di «una condanna a morte per migliaia di imprese», mentre in Trentino si teme una «crisi irreversibile ».

Baristi, ristoratori e pizzaioli ancora in agitazione in Toscana, dove chiedono alle istituzioni di poter ripartire con le loro attività: a Pistoia, Grosseto, Piombino, Pietrasanta, Empoli, Carrara gli esercenti hanno simbolicamente restituito le chiavi dei locali ai loro sindaci. Un gesto che hanno fatto anche i loro colleghi che hanno incontrato nelle diverse piazze, i primi cittadini di Roma, Milano, Benevento, Ischia, Savona, Santa Margherita Ligure, Somma Vesuviana. Chiavi di cartone (3.500) consegnate da ristoratori, albergatori e baristi della città anche al sindaco di Bari, Antonio Decaro, che è pure presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei comuni d’Italia).

’iniziativa, partita dal capoluogo pugliese, ha coinvolto 185mila attività di 19 regioni in tutta Italia. «Senza contributi a fondo perduto – spiega Gianni Del Mastro del direttivo nazionale di Ho.re.ca – più del 50% delle attività non ce la farà, con una ricaduta in termini occupazionali di 100mila impiegati pugliesi che rischiano il licenziamento sul totale dei 220mila addetti assunti». Il Codacons ha inviato un’istanza al governo, al commissario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri, all’Istituto superiore di sanità e ai presidenti di tutte le Regioni, chiedendo di adottare provvedimenti urgenti per consentire la riapertura anticipata di parrucchieri e centri estetici, e il ritorno all’attività degli artigiani.

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