domenica 9 marzo 2014
Don Maresca, di Massa Lubrense si rivolge ai gestori: «Chiediti cosa davvero c’è dietro e se davvero tu hai bisogno delle macchinette»
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«Saresti disposto per questo tem­po di Quaresima a spegnere le tue macchinette mangia sol­di ». È l’appello ai baristi della sua città di don Rito Maresca, parroco dell’Antica Cat­tedrale Santa Maria delle Grazie di Massa Lubrense, centro della Penisola Sorrenti­na. «Caro amico», comincia la lettera in­viata il Mercoledì delle Ceneri a tutti gli e­sercenti che hanno delle slot. E il tono è davvero quello di un colloquio tra amici. Ma il contenuto è forte, intenso. Don Rito, citando Isaia, associa la parola 'giogo' a quella 'gioco'. «Mi sono venute in mente - scrive - tante storie. Ho rivisto i volti di chi ha la forza di chiedere aiuto e dei tanti che non hanno il coraggio di parlare. E poi - ag­giunge il parroco - mi sei venuto in men­te tu, anche tu meccanismo di questo in­granaggio che lega, toglie la libertà e spes­so consuma». C’è delicatezza nelle parole di don Rito. «Non ti farò la predica, cono­sci le persone che da te vengono a gioca­re molto meglio di me, sai che perlopiù non sono ricconi che possono permetter­si di sciupare denaro, ma gente umile che cerca nelle 'macchinette' la fortuna che non ha e nel gioco prova a colmare un vuo­to che spesso porta dentro di sè». E allora il parroco lancia la sua proposta. «Vorrei che tu provassi a immaginare la bellezza del segno e se a questo segno partecipas­sero tutti gli esercizi commerciali che han­no macchinette». E qui la proposta si fa davvero appello accorata. «Sai che chi è entrato nel vortice della dipendenza non è più libero. Per questo le parole di Isaia og­gi sono vere più che mai: 'Sciogliete le ca­tene inique, togliete i legami del giogo'». Proprio per questo, insiste don Rito, «per 40 giorni avrai dato ai tuoi giocatori abituali un messaggio e forse anche tu avrai mo­do di pensare, di farti delle domande nel­la tua coscienza, di chiederti cosa davve­ro c’è dietro e se davvero tu hai bisogno di queste macchinette che speculano sulla disperazione della gente». Nella lettera il parroco annuncia che pas­serà «di persona» per «raccogliere una tua parola». E poi una speranza. «Come sa­rebbe bello domenica poter dire dall’alta­re che tutta la nostra parrocchia si impe­gna in questo fioretto quaresimale del non­gioco, tutti, giocatori ed esercenti... La­sciami sognare che insieme potremmo lanciare un segno e avere il coraggio di an­dare contro corrente rispetto a questo mondo e al suo individualismo».
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