venerdì 22 dicembre 2017
Il ministero: oltre 43mila in nero. Sotto accusa le cooperative "spurie". Il plauso dell'Alleanza delle Cooperative a Poletti che annuncia «tolleranza zero». Nuovi caporali nelle terre del Nord
In due aziende su tre dipendenti irregolari
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Lavoro irregolare in due aziende ispezionate su tre. Nei primi 11 mesi del 2017 l’Ispettorato nazionale del Lavoro ha effettuato 150.651 controlli trovando irregolarità nel 65% dei casi. Mentre i lavoratori totalmente in nero sono risultati 43.792, uno ogni due aziende irregolari. Nel mirino soprattutto le cooperative 'spurie' e il fenomeno del caporalato. Mano pesante, dunque, come avverte il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso di una conferenza stampa, perché, «su questi fenomeni non ci può essere tolleranza. Chiediamo a tutti i protagonisti di essere responsabili. Non vogliamo si propongano le stesse prestazioni al 30% di meno. Chi lo fa froda la legge. È un prodotto taroccato e noi il taroccamento lo combattiamo».

I risultati dunque arrivano, come spiega il capo dell’Ispettorato, Paolo Pennesi, perché «interventi finalmente unitari hanno una maggiore incisività». Assicurando che i casi Amazon e Ryanair continuano a restare nel mirino degli ispettori. Non si tratta solo di lavoro nero. Infatti, come sottolinea il capo del terzo reparto operazioni della Guardia di Finanza, generale Stefano Screpanti, «i pagamenti in nero si fanno quasi sempre con fondi neri, frutto di altri reati come evasione fiscale o false fatturazioni. Gravi violazioni che permettono di risparmiare sul costo del lavoro». E gli interventi, elenca la direttrice dell’Inps Gabriella De Michele, hanno permesso di individuare 27mila falsi lavoratori, recuperare 300 milioni, bloccare 500 milioni di prestazioni non dovute. I riflettori sono puntati soprattutto sulle cooperative 'spurie', «realtà pseudoimprenditoriali che invece di perseguire scopi mutualistici hanno agito in spregio dei diritti dei lavoratori e delle regole della sana concorrenza solo per massimizzare il profitto», denuncia Poletti, annunciando una norma ad hoc contro questo fenomeno inserita nella manovra economica.

Una scelta alla quale plaude Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative. Due le operazioni citate. Quella alla M&G, alla quale sono state contestate e recuperate operazioni per 25 milioni di euro. Sono state inoltre accertate 16mila denunce retributive omesse e 52mila denunce retributive irregolari e 9,7 milioni di conguagli non dovuti. Alla Castelfrigo e a quattro cooperative invece sono stati addebitati oltre 1 milione di euro a titolo di contributi e sanzioni civili, e sono state contestate oltre 120mila euro a titolo di sanzioni amministrative per le violazioni accertate. Nel mirino anche il caporalato. Secondo i dati dell’Ispettorato, ancora parziali, l’attività di contrasto al fenomeno conta nel solo settore agricolo oltre 6.600 accertamenti con un tasso di irregolarità superiore al 50% e un numero di lavoratori interessati dalle violazioni superiore a 4.400 di cui oltre 3mila in 'nero', quasi il 70%. Dall’entrata in vigore della riforma del 2016 fino allo scorso novembre si sono registrate 100 deferimenti all’autorità giudiziaria e 28 arresti. «La legge sta funzionando e ci permette di usare strumenti investigativi più efficaci – conferma il comandante dei Carabinieri per la tutela del lavoro, colonnello Nicodemo Macrì –. Abbiamo potuto riscontrare, molto spesso, la complicità degli imprenditori coi caporali. Ma era prevedibile, non potevano non sapere».

Nuovi caporali nelle terre del Nord

Cooperative "spurie" e lavoro nero anche al Nord. Pochi mesi fa un’indagine dell’Ispettorato del lavoro ha scoperto che un azienda che produce fragole nel medio Polesine aveva tutti i lavoratori in nero. A fornire questi lavoratori era stata proprio una cooperativa, offrendo prezzi molto bassi. Per le fragole la paga sarebbe di 6-7 euro l’ora. Con quelle cooperative si arriva a risparmiare fino al 30-40%. A raccontarci questo episodio, non isolato, sono Gilberto Baratto, segretario generale Fai Cisl di Padova-Rovigo e Stefano Laurenti, operatore dello stesso sindacato dei lavoratori agricoli. Prima erano casi isolati, «mosche bianche» ma negli ultimi 2-3 anni il fenomeno è cresciuto e sono emersi episodi importanti. «Fino a pochi anni fa il datore di lavoro si cercava da solo la manodopera, era un rapporto fiduciario e sincero. Negli ultimi anni sono sorte delle cooperative o società che da un punto di vista legale possono operare in agricoltura ma che con l’agricoltura non hanno nulla a che fare, proponendo un servizio al coltivatore. Avvicinano i produttori e dicono "tu hai da raccogliere dieci ettari di fragole, io ti faccio questo prezzo, tu non assumi nessuno, e io mi arrangio a farti la raccolta". È caporalato di livello superiore». E soprattutto se «prima c’era un grigio ora ci siamo accorti che è più strutturale, è nero».

Ci sono così stati incontri coi prefetti e con le associazioni di categoria. Anche perché oltre alla cooperative "spurie" ci sono altri trucchi. Si assume per un periodo di 4 mesi ma all’Inps si dichiara che si è lavorato 20 giorni. Una truffa che emerge quando i lavoratori vengono al sindacato per fare le domande di disoccupazione e non troviamo le giornate versate all’Inps. Ma purtroppo pochi poi vanno all’Ispettorato a denunciare. Anche i due sindacalisti veneti sono convinti che la nuova legge su caporalato potrebbe aiutare a scoprire queste forme di illegalità, perché ad essere colpite non sono solo le cooperative "spurie" ma anche gli imprenditori che ne approfittano. Proporre anche 10 centesimi in meno vuol dire alla fine centinaia di migliaia di euro risparmiati. Si crea un dumping tra le aziende, ed è incolmabile.

L’anello debole alla fine è il lavoratore, si risparmia sugli uomini e sui loro diritti. Mancano tutte le coperture, dalla malattia agli infortuni, non c’è nessuna tutela, non c’è sicurezza, l’orario è molto superiore. E anche gli ammortizzatori sociali ai quali non si riesce ad accedere.

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