mercoledì 18 maggio 2022
Più del 30% delle persone approdate quest'anno arriva dalla Turchia e dalla Libia orientale. In salvo 450 persone
L’arrivo del barcone stracarico, ieri, a Pozzallo

L’arrivo del barcone stracarico, ieri, a Pozzallo - Ansa

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Cresce, non molto, il totale degli sbarchi di migrati sulle coste italiane rispetto allo scorso anno, ma cambiano le rotte, ed è un vero boom della rotta turca che porta sulle coste calabresi e di quella che parte dal territorio libico orientale, al confine con l’Egitto. I trafficanti di uomini intercettano nuovi flussi di profughi, sempre più asiatici, soprattutto afghani. E quasi scompaiono i subsahariani. Meno gommoni e più barche a vela (rotta turca) e pescherecci (rotta Libia orientale).

L’ultimo peschereccio, con 450 persone, è approdato a Pozzallo ieri mattina. Proviene da Tobruk come altri 5 arrivati quest’anno in Sicilia. Altri pescherecci con scritte arabe sono arrivati a più riprese in Calabria, sia a Roccella Jonica che a Crotone. Ma nei due porti calabresi sono approdate soprattutto barche a vela, provenienti dalla Turchia. Cinque tra domenica e lunedì, con quasi cinquecento persone, nel piccolo centro della Locride. Altrettante barche, con 359 profughi, approdate in tre giorni nel capoluogo pitagorico (due anche in Puglia nel Salento con 140 persone).

E in Calabria cresce la preoccupazione. Dall’inizio dell’anno sulle coste reggine sono arrivate 18 barche (17 a Roccella e una a Siderno), per un totale di quasi 1.900 profughi. In quelle crotonese le barche approdate sono state 15 con 1.200 persone. Una con 55 persone a Guardavalle Marina nel Catanzarese, al confine con la Locride. Siamo a quasi 3.200 sbarcati in poco più di quattro mesi. Erano stati solo 200 nello stesso periodo del 2021, anno considerato record. Un aumento di 15 volte, il 1.500%. E parliamo della stagione più sfavorevole da un punto di vista meteorologico. Ricordiamo che lo scorso anno sulle coste calabresi arrivarono più di 7mila profughi. Se quest’anno si proseguirà con questo ritmo arriveremo a svariate decine di migliaia. Che le rotte calabresi siano attualmente le più appetibili per i trafficanti, lo dimostra un raffronto col totale degli approdi sulle coste italiane. Secondo i dati del ministero dell’Interno fino ad oggi sono arrivate 15mila persone, rispetto alle 13.357 del 2021.

Le oltre 3mila approdate il Calabria rappresentano più del 21%. Numeri mai visti. In realtà alcune barche sono state “dirottate” dal nostro sistema di soccorso sui porti siciliani di Augusta e Pozzallo per alleggerire la pressione soprattutto su Roccella Jonica che non ha centri di accoglienza. Si tratta di due barche a vela con 258 persone intercettate ancora al largo, all’altezza di Capo Spartivento, e accompagnate nei porti siciliani o dalle quali gli immigrati sono stati trasbordati sulle imbarcazioni di Guardia costiera e Guardia di Finanza.

Ci sono poi i sei pescherecci giunti dalla Libia orientale con 2.011 profughi e anch’essi fatti approdare in Sicilia. In tutto altre 2.269 persone che aggiunte alle 3.200 portano le persone approdate dalle rotte turca e libica orientale a quasi 4.500, addirittura il 30% del totale. E questo conferma il calo delle partenze dalla Libia occidentale. Lo conferma anche la nazionalità degli sbarcati. L’ultima barca a vela arrivata a Roccella nella notte di lunedì aveva 97 persone a bordo, 93 afghani.

Una presenza in forte aumento in questi mesi, effetto della fuga dal regime talebano. Alte anche le presenze di siriani, iraniani e iracheni, soprattutto di etnia curda. Gli africani sono soprattutto egiziani e tunisini (rotte tradizionali) e sempre meno subsahariani. Rotte molto più remunerative per i trafficanti. Si scelgono nuovi “disperati”, per viaggi apparentemente più sicuri. Senza la presenza delle navi delle Ong, solo quelle delle nostre forze dell’ordine.

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