mercoledì 27 maggio 2015
​​L'Antimafia (nella foto il presidente della commissione Rosy Bindi) rinvia a venerdì l'elenco dei candidandidati con curriculum poco trasparenti. Ma spuntano i primi quattro nomi in Puglia.
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Il tema degli 'impresentabili' si prende la scena della campagna elettorale. Ieri doveva essere la giornata della chiusura del caso, per poter tornare a parlare almeno negli ultimi giorni dei temi concreti di competenza delle Regioni - dalla sanità al lavoro, dal turismo all’ambiente - invece la questione legalità è destinata a monopolizzare l’attenzione fino all’ultimo giorno. La commissione Antimafia ha deciso di rinviare a venerdì - se tutto andrà bene - la pubblicazione completa dei nomi dei candidati non trasparenti. «Per la Puglia sono stati riscontrati quattro casi. Per la Campania i dati sono ancora parziali, così come per le altre Regioni, tranne la Liguria», scrive la nota diffusa al termine della riunione dell’ufficio di presidenza della commissione presieduta da Rosy Bindi, protrattasi per circa tre ore, con l’ausilio di quattro consulenti. La discussione si è accesa proprio sulla Campania, al centro di accese polemiche, ma in base alla documentazione non si è potuto deliberare, anche per motivi tecnici (per molti candidati non essendo indicato il codice fiscale, non è stato possibile evitare rischi di omonimia), cosicché l’unico caso che viene alla luce è quello pugliese. Non superano l’esame un candidato che sostiene Adriana Poli Bortone (sostenuta da Forza Italia), Giovanni Copertino, nei cui confronti «pende un procedimento per corruzione aggravata»; Fabio Ladisa (candidato con il Pd Michele Emiliano), «rinviato a giudizio per furto aggravato e tentata estorsione»; mentre Massimiliano Oggiano, candidato per Francesco Schittulli (sostenuto da Raffaele Fitto), con l’accusa di associazione mafiosa ha visto un’assoluzione in primo grado, ma pende l’appello. Chiude la lista un altro candidato di Schittulli, Enzo Palmisano, che ha presentato ricorso in appello contro una condanna in primo grado per truffa aggravata (ma il legale precisa: no, è stata solo per 'falso ideologico', poi prescritto in 2° grado). Situazioni controverse, ma che rientrano nei codici di autoregolamentazione approvati dall’Antimafia, cui alcuni partiti hanno aderito. Fra questi il Pd, il cui candidato per di più è un magistrato. Emiliano chiede infatti il passo indietro a Ladisa, candidato a suo sostegno nella lista del Centro democratico.  Nel merito delle altre Regioni, il parlamentare di Sel Beppe De Cristofaro anticipa: «Non ci sono impresentabili in Toscana, Veneto, Liguria, Marche. Manca solo la Campania», proprio la regione al centro delle polemiche. A partire dalla situazione del candidato del Pd Vincenzo De Luca, condannato in primo grado per abuso d’ufficio. «Mancano perché non è stato ultimato l’elenco, c’è stata una sciatteria », aggiunge. «Ma nelle nostre liste nessun impresentabile», si era spinto ad assicurare ad un’emittente napoletana Matteo Renzi ancora prima della prima, parziale, divulgazione di nomi. Dal Pd ci tengono a ribadire pulizia e trasparenza. Nell’elenco dei candidati 'impresentabili' «non ci sarà nessun esponente del Partito democratico», aveva detto anche il vicesegretario Lorenzo Guerini. «Rispettiamo il lavoro della commissione – ha aggiunto Guerini - e aspettiamo l’esito». Ma per la Lega Matteo Salvini, non potendo temere sorprese dalla Campania, è anche più esplicito: «Sono orgoglioso delle mie liste. Se qualcun altro ha candidato gente strana ne risponderà. Io rispondo delle mie liste». 
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