giovedì 19 marzo 2020
Nino De Masi, da sette anni sotto scorta, è in quarantena al Nord, per sua scelta, con la famiglia. E finanzia progetti di ricerca e la loro realizzazione. "È amore per la mia terra"
Nino De Masi

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Nino De Masi, imprenditore calabrese, sa bene cosa vuol dire vivere chiusi in casa. Da quasi sette anni vive sotto scorta e coi militari davanti alla sua azienda. Perchè ha detto no alla 'ndrangheta. Ma mai avrebbe pensato di dover stare chiuso al Nord, lontano dalla sua terra, a causa di un altro "nemico". Come ogni fine settimana Nino, all'inizio del mese, aveva lasciato Rizziconi, il suo paese nella Piana di Gioia Tauro, per raggiungere la famiglia da tempo al Nord per motivi di sicurezza. Un momento di serenità in una vita blindata. Ma quando è scattato l'allarme coronavirus, Nino, diversamente da tanti altri ha scelto di non tornare, anche se la scorta era già pronta per accompagnarlo. "È un gesto d'amore per la mia terra", spiega, anche se un forte sacrificio come imprenditore. E sul suo profilo facebook scrive: "Torneremo insieme, torneremo al lavoro che amiamo, torneremo a produrre innovazione e a condividerla con la gente: il mio pensiero va soprattutto ai miei lavoratori, alla mia famiglia, intendo raggiungerli con un abbraccio per ora solo virtuale, ma che sono sicuro sarà forte e vero non appena tutto sarà finito. Forza!". Ma Nino non si è fermato qui. "Dal mio luogo forzato di quarantena fuori dalla Calabria e dalla mia azienda mi sto chiedendo cosa posso fare per la mia terra, per il mio Paese". Da attento osservatore vede quello che si sta facendo al Nord. "Il sistema universitario e della ricerca si è unito intorno alla politica per creare delle nuove start up per avviare progetti ed attività imprenditoriali per poter sopperire alle criticità materiali del momento". Invece in Calabria, denuncia, "vedo immobilismo". Così Nino, il vulcanico combattente, ha creato "due borse di studio da 5mila euro cadauna per i migliori progetti e proposte diretti a gestire alcuni aspetti e tematiche connessi alla pandemia Covid-19". Destinate ai calabresi. Non solo soldi. Infatti, spiega ancora l'imprenditore, "questi progetti insieme ad altre proposte che un'apposita commissione scientifica valuterà, potranno essere sostenuti, incubandoli e accelerandole la fattibilità e renderli presentabili alle Istituzioni locali e nazionali in adeguati ambiti e tavoli di governo delle decisioni utili per il Paese". Un progetto rapido da chiudere in due settimane, per poi realizzare subito le idee. "Questo è il mio contributo, questo risponde al mio modo di vedere la mia terra, la mia gente, protagonista, lottatrice e non certo piagnona. Questo è il momento di dimostrare a noi stessi di cosa siamo capaci", aggiunge Nino col suo consueto orgoglio calabrese. "Dobbiamo riprenderci spazi che altri indegnamente hanno preso, dimostrando al mondo intero cosa è la Calabria". "Non ho nessun interesse personale in questa proposta - ci dice al telefono dalla sua riservata quarantena al Nord -. Vorrei solo dare la possibilità ad ogni cittadino, ad ogni centro di ricerca, ad ogni imprenditore, alle Università, a tutti colori i quali, hanno capacità di dare e fare, di contribuire tutti insieme per fare quello che si può, per dare risposte immediate ai bisogni del nostro territorio". Chi è interessato troverà tutte le informazioni sul sito www.demasialsud.com. E Nino ci lascia con un appello ai colleghi e un nuovo messaggio positivo. "Mi auguro che altri imprenditori possano, se lo ritengono, partecipare a tale iniziativa per ampliare il progetto stesso. Lo spero proprio. Il nostro domani passa anche dalla nostra capacità di stare insieme. E buona fortuna al nostro Paese, alla nostra Calabria ed a noi tutti". Ancora una volta, anche questa volta, continua a coltivare il sogno di una Calabria migliore. "I have a dream", la celebre frase di Martin Luther King che Nino da tanti anni tiene appesa dietro la scrivania del suo ufficio in azienda. Laggiù nella sua terra, ora così lontana ma nel suo impegno vicinissima.

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