sabato 2 aprile 2011
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«No, in effetti la Francia non può farlo». Dopo un attimo di esitazione Cecilia Malmström, commissario europeo competente per l’immigrazione, risponde così a un giornalista che gli chiedeva se fossero legittime le espulsioni verso l’Italia di tunisini fermati subito dopo il confine di Ventimiglia. L’occasione è una conferenza stampa al ritorno da una missione e Tunisi insieme al collega Stefan Füle (responsabile delle politiche di Allargamento e di vicinato). Malmstroem è rimasta colpita dalla situazione riscontrata sul posto, mostra comprensione per i problemi italiani, racconta di 220mila persone che «nelle ultime settimane hanno passato il confine tra Libia e Tunisia», parla dei barconi verso Lampedusa e ammette che «l’influsso dei migranti sta mettendo sotto forte pressione questa piccola isola». Un contesto in cui la responsabile Ue annuncia che la Commissione è pronta a fare di più, anche sul fronte finanziario. Anche la Tunisia, aggiunge, è «pronta a negoziare» sui rimpatri.È a questo punto che un cronista tedesco le chiede se la Francia ha diritto di effettuare controlli al confine italiano, in piena area Schengen, e rispedire i clandestini (per lo più tunisini) verso l’Italia. Con svedese schiettezza, la giovane commissaria, dopo aver avuto un cenno da parte dei suoi tecnici, non ha esitato a sbilanciarsi in un modo insolito per le usanze comunitarie. «Non essendoci frontiere, le autorità francesi non possono fare controlli e non sono autorizzate a respingere verso l’Italia i migranti che cercano di entrare in Francia», dichiara. Schengen prevede sì che «per esigenze di ordine pubblico o di sicurezza nazionale» uno stato membro possa reintrodurre temporaneamente i controlli di frontiera, previa comunicazione a Bruxelles. «Ma non siamo in questa situazione», sottolinea Malmström.Parole che pesano, dando l’impressione di una tirata d’orecchi a Parigi da parte della Commissione. Non a caso il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in visita a Buenos Aires, coglie l’occasione per felicitarsi. «Abbiamo registrato con soddisfazione un passo dell’Ue, con il commissario Malmström che ha ricordato alla Francia quali siano gli obblighi di solidarietà europea. Ci auguriamo che la Francia cambi atteggiamento», afferma.Interpellate da Avvenire, fonti diplomatiche francesi però respingono al mittente le parole della svedese. «La commissaria – spiegano – si è dimenticata di menzionare l’accordo bilaterale Italia-Francia sulla riammissione, firmato a Chambéry il 3 ottobre 1997 e in vigore dal 2000, dunque con Schengen già in atto». L’accordo, in effetti, consente proprio a una delle due parti di espellere verso l’altra clandestini da questa provenienti. Quanto ai controlli di frontiera, «sono a campione e non sono sistematici», dicono ancora le fonti. Del resto lo stesso trattato di Schengen consente di effettuare controlli a campione in un’area di 30 chilometri a ridosso del confine. Lo stesso fa da anni la Germania al confine eco, non senza le proteste di Praga.
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