venerdì 16 gennaio 2009
L’Europa apre alla linea Maroni. Ma è polemica sui campi rom. Il commissario ai diritti civili del Consiglio d’Europa accusa: inciviltà nelle aree per i nomadi. Il ministero degli Esteri: dichiarazioni gravemente offensive.
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Sul tema delicato dell’immigrazione, con una mano l’Europa boccia l’Italia e con l’altra la indica a modello. La mano severa è quella del Consiglio d’Europa, il cui commissario per i Diritti umani Thomas Hammarberg, dopo aver visitato il campo nomadi Casilino 900 di Roma, ha accusato il nostro Paese di tenere comportamenti «incivili» e di darsi leggi «discriminatorie», provocando l’irritata reazione ufficiale della Farnesina. La mano amica è quella dell’Unione europea, che ha piazzato la proposta del governo di Roma sulla lotta all’immigrazione clandestina in cima all’agenda dei lavori del prossimo Consiglio dei ministri dell’Interno dei 27, fissato per il mese prossimo. A fare da sfondo restano le polemiche relative al disegno di legge sulla sicurezza, che il Senato riprenderà a esaminare il 3 febbraio per poi passare al voto finale, probabilmente nella stessa giornata o in quella successiva. Ieri l’aula di Palazzo Madama è arrivata fino all’articolo 33 (in tutto sono 55), quello che rende più snelle le procedure per la confisca dei patrimoni ai mafiosi. Ma le norme del provvedimento che più fanno discutere riguardano l’immigrazione, in particolare l’istituzione del contributo (il cui importo è da definire) per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno e del reato di immigrazione clandestina. Un reato che tra l’altro, secondo il senatore dell’Italia dei valori Luigi Li Gotti, farebbe impennare le previsioni di spesa per il sistema giudiziario da 33 milioni a 400 milioni di euro. I rilievi di Li Gotti sono stati giudicati «fondati» dal presidente del Senato Renato Schifani, che ha chiesto alla commissione Bilancio di rifare i conti, ponendo la questione della copertura finanziaria prevista dalla Costituzione. Ma, si diceva, ieri il dibattito ha varcato i confini nazionali. Il commissario del Consiglio d’Europa Hammarberg (organismo con 47 Stati membri che non ha niente a che vedere con l’Ue), dopo aver visitato il Casilino 900, ha rilasciato a la Repubblica dichiarazioni sull’Italia che il nostro ministero degli Esteri ha definito «gravemente offensive dei sentimenti degli italiani» per essersi rivolto «in modo inaccettabile a un Paese europeo la cui storia e tradizione dei diritti umani non possono essere messe in discussione». Il «disappunto» del governo italiano è stato poi espresso personalmente ad Hammarberg dal sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. Le «leggi discriminatorie in via di approvazione», alle quali ha fatto riferimento il commissario svedese, sarebbero proprio le norme sull’immigrazione contenute nel ddl sulla sicurezza. Ma nel corso di un’audizione svoltasi alla commissione straordinaria per la tutela dei Diritti umani del Senato, incalzato dai rappresentanti della Lega, Hammarberg ha cercato di ridimensionare la portata delle sue affermazioni e più tardi, «per non gettare benzina sul fuoco», ha preferito sottolineare «le aperture del governo italiano e le promesse fatte, soprattutto in materia di politiche per i nomadi». Nel frattempo a Praga, dove si riuniva il Consiglio dei ministri dell’Interno dell’Ue, Roberto Maroni si è preso a nome di tutto il governo di Roma una bella rivincita: ha portato il documento sottoscritto appena tre giorni fa con i colleghi di Grecia, Malta e Cipro, in cui si chiede a tutti i governi dell’Unione un maggiore sforzo comune per il contrasto all’immigrazione clandestina, e la presidenza ceca lo ha subito inserito tra le priorità del prossimo Consiglio. «È una proposta molto importante e vogliamo arrivare preparati alla discussione di febbraio», ha detto il ministro dell’Interno della Repubblica ceca Ivan Langer. Maroni si è detto «soddisfatto» dell’«ottima accoglienza» ricevuta, anche perché fin da ora sa di poter contare sull’appoggio della Francia. «Siamo pronti a sostenere tutto ciò che va verso il rafforzamento del contrasto ai flussi di clandestini», ha fatto sapere il ministro dell’Interno di Parigi Michele Alliot-Marie.
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