mercoledì 24 aprile 2013
Pronto il piano di depenalizzazioni sollecitato dal ministro Severino. La commissione ha presentato ieri le conclusioni: previste anche la riforma della prescrizione per garantire tempi certi ai processi.
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Eliminare il reato di immigrazione clandestina, «una norma penale del tutto inefficace e simbolica». È una delle proposte contenute nel piano di depenalizzazione messo a punto dall’apposita commissione incaricata dal ministero della Giustizia nel novembre 2012, che, presieduta dal professor Antonio Fiorella, ha presentato ieri le conclusioni dei propri lavori, che hanno riguardato anche la riforma della prescrizione, per garantire tempi più certi ai processi.Introdotto dal pacchetto-sicurezza del 2009, il reato di immigrazione clandestina, sottolinea la commissione, «prevede un regime sanzionatorio irrazionale, in quanto alla pena principale, di carattere pecuniario, che sicuramente il soggetto non sarà in grado di pagare, viene sostituita la sanzione dell’espulsione più grave della pena principale». Dunque, sostengono i tecnici incaricati dal ministro della Giustizia, Paola Severino, «a garantire la disciplina dei flussi in ingresso è sufficiente il procedimento amministrativo di espulsione, presidiato anche dalla sanzione penale». Nessun «retropensiero ideologico», ha assicurato il ministro, la proposta è legata solo alla «irrazionalità» di tali norme. La filosofia di fondo delle proposte di depenalizzazione è quella del carcere come extrema ratio. Ma alcune materie, come ambiente, territorio e paesaggio, salvo alcune eccezioni, sono state espressamente escluse dall’opera di depenalizzazione in ragione dell’importanza dei beni coinvolti. Per quanto riguarda la riforma della prescrizione, mette in campo una diversa modalità di calcolo dei termini, che sia un «giusto punto di equilibrio tra le esigenze di accertamento dei reati e il diritto del cittadino a vedere celebrato in termini ragionevoli il processo». Col ritorno a un sistema di determinazione della prescrizione per fasce di gravità di reati e il mantenimento del raddoppio dei termini per reati di mafia e terrorismo. Proposte che non cozzano contro il lavoro dei "saggi" nominati dal Capo dello Stato, che, spiega il ministro, «è, come ha detto anche il Presidente della Repubblica, un lavoro aperto, che dovrà essere integrato, uno spunto su un tema importante».Altre proposte presentate ieri, quelle relative all’autoriciclaggio, elaborate dal Gruppo di lavoro coordinato dal procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco. Due le indicazioni alternative avanzate. Una ipotizza un’unica fattispecie che comprenda riciclaggio e autoriciclaggio. L’altra prevede la costruzione di un’autonoma fattispecie di autoriciclaggio, circoscrivendo il suo ambito di applicazione soltanto ad alcune delle condotte oggi punibili a titolo di riciclaggio. Entrambe prevedono il mantenimento dell’attuale cornice sul piano delle pene, con la reclusione da 4 a 12 anni, con aumento della multa.Tutte proposte, sottolinea il ministro, che «verranno consegnate, seppure idealmente, al prossimo ministro che potrà fare liberamente le sue valutazioni se in esse vi sia materiale utile o no».
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