mercoledì 4 aprile 2012
​Una mozione dei senatori della Commissione Diritti umani chiede che sia riaperto il Centro di prima accoglienza per migranti sull'isola e l'impegno "per l'istituzione di presidi che consentano di presentare domanda di asilo ai profughi in fuga dalla guerra libica".
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"Il governo si impegni a mettere in campo tutti gli sforzi necessari per l'istituzione di presidi che consentano di presentare domanda di asilo, nei paesi di partenza e in quelli di transito, ai profughi in fuga dalla guerra libica". È quanto  chiedono i senatori della Commissione Diritti umani attraverso una mozione a prima firma del presidente Pietro Marcenaro."Lo scopo di tali strutture - si legge nel testo presentato a Palazzo Madama - è di garantire a queste persone viaggi sicuri e accoglienza in un sistema di condivisione degli oneri da parte dell'Unione Europea. A tal fine si chiede di dichiarare sicuro il porto di Lampedusa e riaprire immediatamente il Centro di prima accoglienza per migranti sull'isola, prevedendo trasferimenti rapidi verso l'Italia per evitare quelle situazioni limite che hanno messo in crisi e causato forte disagio a isolani e migranti"."Ora i migranti in arrivo - aggiunge Luca Odevaine, presidente della Fondazione IntegrA/Azione - vengono agganciati e scortati fino a Porto Empedocle che dista 120 miglia nautiche da Lampedusa o, nella migliore delle ipotesi, ospitati per 24 ore in strutture improvvisate e fatti ripartire verso la costa siciliana. Da lì, uomini e donne che necessitano assistenza e cure mediche, vengono portate direttamente nel C.a.r.a. di Mineo, distante 170 chilometri, con trasferimenti anche nel cuore della notte. Il problema, quindi, è stato solo spostato: la pressione su Mineo rischia di diventare gigantesca". A Mineo dal primo gennaio a oggi sono state infatti accolte più di 600 persone e si è raggiunto ormai il numero limite di 2000 ospiti.
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