martedì 12 aprile 2011
«L'Europa ha profondamente deluso», non aiutando l'Italia nell'emergenza immigrazione. Lo ha detto il cardinale Bertone. Intanto i ministri Maroni e Frattini cercano di gettare acqua sul fuoco della polemica con la Ue. Il presidente della Commissione Ue, Barroso, ha chiesto alla Tunisia di accettare i rimpatri. Allarme per 800 migranti partiti dalla Libia e non più rintracciati.
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"L'Europa ha profondamente deluso" non aiutando l'Italia nell'attuale emergenza immigrazione e dimenticando il debito che il nostro continente ha con l'Africa "che ha tanto sfruttato e a cui ora sembra voltare le spalle". Lo afferma  il segretario di Stato della Santa Sede, card. Tarcisio Bertone che in sintonia con il presidente Napolitano invita tuttavia a "non drammatizzare lo scontro con l'Europa". "L'appello del presidente Napolitano - spiega il cardinale - vuole cercare di mettere ordine, di ricompattare e di ricostruire la fiducia nell'Europa".Per Bertone "non c'è dubbio - infatti - che l'Europa abbia profondamente deluso e i primi delusi sarebbero i padri fondatori dell'Europa perché l'Europa ha perso il suo spirito profondo, che è uno spirito di grande solidarietà prima di tutto tra i popoli dell'Europa e poi verso gli altri popoli. Quindi - conclude il segretario di Stato - accogliamo l'appello del presidente Napolitano e nello stesso tempo vorremmo alzare la voce perché questa Europa ritrovi la sua anima, un'anima di grande solidarietà e generosità soprattutto verso queste popolazioni che sono in emergenza e in grande necessità, e che non lasci sola l'Italia".L'AUDIZIONE DI MARONIL'Italia, nel corso della crisi umanitaria dal Nord Africa con gli sbarchi sulle coste italiane, è stata lasciata sola dall'Europa ma "forse qualcosa si sta muovendo", come dimostra la solidarietà espressa dal Commissario Ue Cecilia Malmstrom e dalla visita oggi a Tunisi dal Presidente della Commissione europea José Barroso. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni nel corso di una audizione presso le Commissioni riunite Affari costituzionali ed Esteri della Camera sui flussi migratori dal Nord Africa.Maroni, che è tornato a criticare l'operato dei Paesi europei non rivieraschi, ha auspicato che in futuro, "grazie anche all'esperienza italiana che è stata sempre condivisa in questi anni con i partners europei, si possa aumentare la capacità europea di reazione a questo tipo di problemi che, invece, in questo ultimo caso è stato a esclusivo carico dell'Italia".I permessi di soggiorno temporanei concessi per decreto ai tunisini arrivati in Italia "consentono la libera circolazione nei Paesi dell'area Schengen, certo nel rispetto di certe condizioni". Lo ha ribadito Maroni. "È stata fatta una polemica sbagliata - ha sostenuto il ministro -, gli altri Stati non hanno messo in discussione il principio, si sono solo riservati il diritto di verificare il rispetto di quelle condizioni. Il titolo di soggiorno così rilasciato dà il diritto di andare anche in altri Paesi, anche se la residenza resta naturalmente fissata nello Stato che lo ha emesso".Dall'inizio dell'anno a oggi "sono 28mila i cittadini extracomunitari arrivati sule nostre coste, 25mila dei quali sulle sole isole Pelagie", ha continuato il ministro dell'Interno. "I tunisini sono 23mila, quelli provenienti da altri Paesi, da considerarsi profughi, 4.681", ha ricordato Maroni.L'Europa "è e sarà per noi una grande opportunità": secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini. Ieri il ministro Maroni "ha espresso la sua forte delusione in un momento di delusione, di ira, di rabbia, che possiamo comprendere ma bisogna avere i nervi saldi". Il ministro ha commentato le dichiarazioni del collega al suo arrivo a Lussemburgo per la riunione del Consiglio Affari Esteri. L'Italia è "in Europa", ma sulla questione degli immigrati a Lampedusa rivendica un "ruolo europeo che purtroppo è mancato in questa vicenda". "Se l'Europa dopo il trattato di Lisbona è un'Europa politica o non lo è. In questa vicenda non lo è stata". Infatti, ha aggiunto, "il trattato di Lisbona dice che i negoziati li deve fare l'Europa". Invece, per affrontare l'emergenza immigrati, "noi abbiamo negoziato con la Tunisia a livello bilaterale: se il trattato di Lisbona fosse stato davvero applicato, quel negoziato sarebbe stato europeo. Se non lo fa nessuno, lo deve fare l'Italia".Dopo quasi due ore di tensioni nell'aeroporto di Lampedusa, trenta tunisini sono stati imbarcati sull'aereo predisposto dal governo per il loro rimpatrio forzoso. Il volo avrebbe dovuto decollare a mezzogiorno, ma i nordafricani che erano stati trasportati dal centro di accoglienza all'aeroporto hanno rifiutato di salire a bordo e hanno inscenato una protesta, tenuta costantemente sotto controllo da un robusto schieramento di polizia. Solo dopo una paziente opera di convincimento, i tunisini hanno accettato l'imbarco. Un altro volo di rimpatrio è previsto per questa sera.Una barcone di 251 rifugiati africani in fuga dalla Libia è sbarcato oggi a Lampedusa. Mentre altri 116 immigrati sono giunti in queste ore sull'isola di Malta. Tra questi anche una vittima: una donna di 29 anni morta durante il viaggio. Il battello sbarcato a Malta trasportava perlopiù ciadiani e somali ed è stato intercettato dalla guardia costiera che ha ricevuto segnalazione da un peschereccio italiano. Fonti dell'esercito maltese hanno riferito che i rifugiati bruciavano i loro vestiti per attirare l'attenzione dei soccorsi. «Ci aspettiamo dalla Tunisia un'azione forte e chiara nell'accettare il rinvio di propri cittadini che si trovano in maniera irregolare in Europa»: è l'invito rivolto dal presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, al premier tunisino  Beji Caied Essebsi, incontrato a Tunisi. Barroso ha sollecitato azioni concrete della Tunisia anche sul fronte della lotta contro l'immigrazione irregolare. «L'impegno della Tunisia - ha sottolineato il presidente dell'esecutivo europeo - è cruciale per il seguito della nostra cooperazione». Infatti - ha aggiunto - «l'Europa è pronta ad aiutarvi con mezzi supplementari. Ma è necessario che prima le autorità tunisine prendano impegni precisi».«L'emigrazione - ha proseguito Barroso - non è la soluzione per le sfide economiche del Paese.La soluzione di lungo termine è lo sviluppo economico e sociale che si basa sui talenti e le energie dei tunisini. E noi siamo pronti a contribuire a questo rilancio economico e alla lotta contro la povertà».ALLARME PER UN BARCONE SCOMPARSOAlmeno 800 immigrati mancano all'appello: sono partiti dalla Libia ma non sono mai arrivati In Italia. È l'allarme lanciato da Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i Rifugiati, sottolineando che "facendo il punto questa mattina sulla situazione abbiamo constatato che mancano all'appello 800 persone partite dalla Libia e mai giunte da questa parte del Mediterraneo. Oltre ai 250 morti nel naufragio del 6 aprile scorso nel Canale di Sicilia, altre tre imbarcazioni con 560 immigrati a bordo sono disperse". "Riceviamo telefonate, da tutta Europa, accorate e dolorose, di parenti che vorrebbero recarsi a Lampedusa nel disperato tentativo di trovare i propri cari - ha raccontato ancora Boldrini -. Viaggio sconsigliato ed inutile perché non potrebbero né identificare né, quindi, seppellire le salme dei propri cari perché anche se vengono avvistati cadaveri in mare non vengono recuperati. Credo che sia necessario un maggior coordinamento tra tutti i mezzi navali presenti nel Mediterraneo".
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