lunedì 17 agosto 2015
Arrivati anche i 312 superstiti del barcone soccorso al largo della Libia. Martedì lutto cittadino, il Comune pagherà le spese per le sepoltura. Altri 350 sbarcati in Calabria, tra loro il cadavere di una 21enne morta per una crisi glicemica.
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​Ammassati uno sopra l'altro nella stiva di una carretta del mare di soli 14 metri, con la poca aria resa irrespirabile dai fumi del carburante. Sono morte così 49 persone - che non avevano probabilmente pagato abbastanza agli scafisti per permettersi di stare sul ponte - partite dalle coste libiche nelle prime ore del giorno di Ferragosto. "Non sarà l'ultima tragedia se non si risolve il problema della Libia", ha commentato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.La richiesta di aiuto è giunta, come di solito avviene, con una telefonata da un satellitare. È stata dirottata quindi in zona la nave Cigala Fulgosi della Marina Militare. L'elicottero del pattugliatore alle 7 di sabato mattina ha localizzato l'imbarcazione a soli venti miglia dalla Libia. Ferma, stracarica di passeggeri, solo pochissimi dei quali con ungiubbotto salvagente. Inizialmente, dunque, sembrava un intervento come altri che in questo periodo si susseguono nel canale di Sicilia. Ma quando gli uomini della Marina sui gommoni sono saliti a bordo, i passeggeri hanno subito parlato di morti. È il comandante del Cigala Fulgosi, il capitano di fregata Massimo Tozzi, a raccontare cosa si sono trovati davanti i soccorritori: "Una scena terribile: decine di corpi senza vita ammassati uno sull'altro nella stiva, mentre le donne si disperavano per i loro cari morti". Nessuna traccia di scafisti e la nave non sembrava governata.La probabile causa di morte è l'asfissia per inalazione di combustibile, dato che i corpi esaminati non presentavano segni di ferite. Come avviene in questi viaggi della disperazione, chi può permettersi di pagare di più ottiene un posto all'aperto e magari anche un salvagente o un giubbotto di salvataggio; per gli altri c'è la stiva. Il barcone era partito presumibilmente da poche ore. Ma era talmente carico che la sua sorte era segnata. L'intervento della Marina ha evitato che la tragedia fosse ancora più pesante. Alla fine, i militari della Marina hanno contato 49 cadaveri.Sono stati presi a bordo insieme ai 312 superstiti. Tra loro 45 donne e tre minori. I soccorsi ed i corpi sono stati quindi trasferiti sulla nave norvegese Siem Pilot che fa parte della missione europea Frontex. La nave è arrivata questa mattina, lunedì, intorno alle 11 a Catania, dove la procura ha aperto un'inchiesta sulla morte dei migranti. Catania, ha detto il sindaco Enzo Bianco, "si appresta a dare accoglienza ai superstiti e pietosa sepoltura alle vittime". Per martedì è stato proclamato il lutto cittadino. In segno di cordoglio già stasera per la festa estiva di Sant'Agata si terrà solo una cerimonia liturgicasenza il consueto spettacolo di fuochi pirotecnici. Lo ha detto il vicesindaco Marco Consoli, sul molo per assistere alle operazioni di sbarco delle vittime e dei 312 superstiti. "Ci sembra doveroso un atto del genere - ha affermato Consoli - nei confronti di questa gente che cerca la speranza lontano dalla loro terra e invece sono costretti alla morte". Il vice sindaco ha anche fatto sapere che il Comune pagherà le spese per la sepoltura dei 49 morti.  Gli altri sbarchiDuecentotre migranti sono sbarcati domenica a Pozzallo dalla nave Phoenix. Sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza. Altri 422, tratti in salvo al largo delle coste libiche da una nave militare croata e da un pattugliatore della Guardia di Finanza, sono scesi ad Augusta. Tre scafisti egiziani sono stati fermati dal Gruppo interforze della Procura di Siracusa con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.Circa 350 migranti a bordo di un barcone in difficoltà al largo della Calabria, sono stati salvati domenica al termine di un intervento reso particolarmente complesso dalle condizioni del mare e sono giunti questa mattina a Reggio Calabria a bordo di un pattugliatore croato. A bordo del barcone anche il cadavere di una ragazza pachistana di 21 anni. Dai primi accertamenti medici la giovane sarebbe rimasta vittima di una crisi glicemica e della mancanza di insulina. Al momento non è stata ancora identificata, ma sono stati sentiti alcuni dei migranti che hanno raccontato gli ultimi istanti di vita della ragazza. 

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