giovedì 23 luglio 2015
​Tra coloro che andranno a processo, oltre ai Riva e ad alcuni dirigenti, anche l'ex governatore della Puglia Nichi Vendola, con l'accusa di concussione aggravata per presunte pressioni sull'Arpa a favore del siderurgico. E altri amministratori.
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Sarà di certo un processo che passerà alla storia, quello di "Ambiente svenduto". Se non fosse altro perchè si tratta di uno dei più grandi processi per inquinamento nel nostro Paese. Sono state 47 le richieste di rinvio a giudizio e 5, invece, quelle di condanna col patteggiamento avanzate dalla Procura di Taranto ed esaminate oggi del gup Wilma Gilli. Tra i rinviati a giudizio c'è anche Nichi Vendola, ex governatore regionale, con l'accusa di concussione aggravata per presunte pressioni ai danni dell'Arpa in favore del siderurgico. Immediata la sua reazione: "Sono turbato, mi difenderò". Il processo è nato dall'inchiesta giudiziaria che, il 26 luglio del 2012, portò il gip Patrizia Todisco, con l'accusa di disastro ambientale, a sequestrare senza facoltà d'uso tutta l'area a caldo del siderurgico di Taranto (altiforni, acciaierie, cokerie, parchi minerali), nonchè ad effettuare i primi arresti, tra cui quelli dei proprietari dell'Ilva, Emilio e Nicola Riva (Emilio è poi morto nell'aprile 2014). Oggi, dunque, dopo un anno di udienza preliminare e anche un tentativo della difesa di alcuni imputati di spostare il processo a Potenza (ma la Cassazione ha rigettato l'istanza), il gup Gilli ha deciso sulla sorte dei 52 imputati.

Tra i proscioglimenti di oggi, spicca quello di Lorenzo Nicastro, ex assessore regionale pugliese all'Ambiente, accusato di favoreggiamento verso l'ex governatore pugliese Nichi Vendola. "Il fatto non sussiste" è la motivazione del gup per Nicastro. La prima udienza del processo in Corte d'Assise si terrà ora il 20 ottobre prossimo. La sentenza era attesa già lunedì sera ma il protrarsi della discussione ha spinto il gup ad aggiornare l'udienza al 23 luglio. Il rinvio a giudizio è stato chiesto, con imputazioni diverse dalla Procura, per 44 persone fisiche e 3 società: Riva Fire, Riva Forni Elettrici e Ilva. Quest'ultima ha anche presentato istanza di patteggiamento che però la Procura, ritenendola non congrua, ha respinto. Tra le persone fisiche, oltre a Vendola, ci sono Nicola e Fabio Riva (quest'ultimo si è costituito a giugno ed ora è in carcere a Taranto) e l'ex direttore del siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso, accusati, con altri, di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno (omissione di atti di ufficio), nonchè amministratori e funzionari pubblici, anche ex, e diversi dirigenti ed ex consulenti Ilva. Il futuro E mentre il verdetto del gup ha posto un primo punto fermo nella vicenda che attiene l'Ilva del passato (gestione Riva), i commissari Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba oggi spiegheranno alle commissioni della Camera quale sarà, o potrebbe essere, l'Ilva del futuro. Dopo l'ingresso dell'azienda in amministrazione straordinaria (gennaio) e l'ultima legge (marzo), i commissari faranno il punto sul piano industriale e su quello ambientale. Per la parte industriale è prevista, tra l'inizio dell'autunno e la fine dell'anno, la costituzione di una newco per l'Ilva, mentre per il risanamento ambientale l'azienda, entro fine mese, dovrà dimostrare di aver attuato l'80 per cento delle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) come previsto da specifico piano normato da un Dpcm di marzo 2014. È previsto che il 27 luglio l'Ilva invii la relazione sull'Aia al ministero dell'Ambiente mentre sui lavori saranno Ispra e Arpa Puglia a fare le verifiche.

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