venerdì 5 agosto 2022
Monsignor Tomasi scrive al parroco di Spinea, don Angelo Visentin: «Faccio appello alla responsabilità di tutti ad allearci affinché chi più soffre possa trovare accanto a sé cure e presenza»
Un frame del video con cui Elena, la donna di 69 anni veneta che ha scelto il suicidio assistito in Svizzera nei giorni scorsi, ha spiegato le sue ragioni

Un frame del video con cui Elena, la donna di 69 anni veneta che ha scelto il suicidio assistito in Svizzera nei giorni scorsi, ha spiegato le sue ragioni

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Rispetto del dramma della sofferenza, ma anche impegno nella presenza accanto ai malati, responsablità, caparbietà nelle cure. È con una accorata lettera di riflessione inviata stamane al parroco di Spinea e, attraverso di lui, alle parrocchie della città e alla diocesi tutta, che il vescovo di Treviso, monsignor Michele Tomasi, interviene sul recente caso di suicidio assistito di una donna di Spinea, Elena. Parole che invitano alla preghiera, alla vicinanza e all’alleanza nel sistema della cura. Don Angelo Visentin, parroco di Santa Bertilla e di Crea, domenica leggerà il messaggio del vescovo a tutte le messe, insieme a don Riccardo Zanchin, parroco della comunità dei Santi Vito e Modesto.

«Caro don Angelo, mi comunichi di domande e di inquietudini nella tua parrocchia in seguito alle notizie riportate dai mezzi di comunicazione di un suicidio assistito da parte di una signora di Spinea - scrive Tomasi -. È sempre difficile prendere posizione su casi personali singoli, perché è quasi impossibile riconoscere i drammi, le fatiche, le sofferenze legate a scelte, soprattutto se dolorose ed estreme. In questo caso a maggior ragione, non conoscendo, dei fatti, se non quanto riportato dai mezzi di comunicazione. Il primo moto è quello della preghiera, per tutte le persone coinvolte, per quanti stanno ora soffrendo, in un momento sicuramente impegnativo».

«Alla comunità diocesana tutta, alle parrocchie di Spinea in particolare - continua il vescovo - chiedo di continuare ad associarsi a questa preghiera. A tutti noi un invito ad assumerci le nostre responsabilità, affinché possiamo essere sempre di più testimoni e promotori di competenza, rigore scientifico e profonda umanità nel sistema delle cure rivolte alle persone che più soffrono, per quanti vivono le situazioni più vulnerabili dell’esistenza. Persone singole, famiglie, comunità, istituzioni, tutti insieme continuiamo ad allearci affinché chi più soffre possa trovare accanto a sé presenze amiche e competenti, perché non prevalgano solitudine e impotenza, perché sipossano continuare a offrire concretamente a tutti ragioni di speranza».

«C’è tanto cammino da percorrere insieme - prosegue -, ci sono tante risorse da impiegare, c’è tanto coraggio e coinvolgimento personale da osare e da condividere, anche con coloro che formano e informano su temi di immensa rilevanza e responsabilità che toccano sensibilmente i confini dell’esistenza umana. Sosteniamo con amore la vitapiù fragile, accompagniamo con caparbietà chi ha bisogno di non essere abbandonato, prendiamoci cura di ogni vita. Il Signore Gesù, Crocifisso e Risorto ci sostiene sulla strada che Lui stesso ci apre e ci mostra: il dono pieno di sé apre a possibilità inedite, dona di sperare anche contro ogni speranza. E ogni dono d’amore riceve forza dalla presenza del Risorto. Preghiamo ed impegniamoci insieme, prendiamoci cura gli uni degli altri».

«Ringrazio il Vescovo per queste parole - sottolinea don Angelo - e in particolare per l'invito, rivolto a ciascuno, alla preghiera e alla vicinanza neiconfronti di chi soffre, all'accompagnamento e alla cura di
ogni vita. Come comunità cristiana di Spinea vogliamo fare nostro questo appello».

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