sabato 25 febbraio 2017
La comunità di recupero collabora da tempo con l'Università telematica UniNettuno: ieri due ospiti sono diventati dottori.
(Reuters)

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Angelo per indossare la corona d’alloro ha dovuto attendere 43 anni. Ma alla fine se l’è calata in testa con la certezza che c’è sempre una porta aperta Anche per chi, come lui, originario di Sassari, era finito ai margini della società a causa della poliassunzione di stupefacenti e senza fiducia in se stesso. Undici anni e il relativo cammino in una struttura di recupero gli hanno fatto rialzare la testa e riprendere dove la sua esistenza si era interrotta. Si è rituffato tra i libri per inseguire una laurea che potesse offrire un contributo empirico ai tanti ragazzi che Angelo ascolta nelle vesti di educatore. La tesi discussa sugli abusi sessuali in età infantile e la tossicodipendenza «la dedico ai tanti giovani che sono riusciti a raccontare le drammatiche esperienze vissute».

Francesco di anni ne ha 31 ed è originario di Ferrara. Finito nel vortice dell’eroina e cocaina, nel 2008 è salito a San Patrignano, nelle prime colline del riminese. «Ero arrivato al punto di non ritorno». Il ritorno alla vita per Francesco significa pure affrontare le questioni mai risolte. Come lo studio. «Ai 50 ragazzi che seguo come educatore lo ripeto spesso: l’impegno porta sempre risultati ». Angelo e Francesco fanno parte della pattuglia dei neo dottori che ieri hanno ricevuto la laurea nella comunità di San Patrignano. Si tratta dei primi diplomi che la struttura può mettere “in bacheca”.

«Sono i frutti di un progetto avviato nel 2012 con l’Università Telematica Internazionale UniNettuno al quale abbiamo creduto fortemente – dice orgogliosa Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano – la laurea è un ulteriore tassello della esperienza educativa che si vive in comunità. Lo studio rappresenta un approfondimento di sé e delle proprie capacità e motivazioni da spendere nella società, con e per le altre persone». A San Patrignano UniNettuno ha creato un Polo Tecnologico nel 2012, per seguire on line psicologia, giurisprudenza, economia, lettere, scienze della comunicazione e ingegneria. Successivamente la comunità è diventata la prima sede di esame della regione Emilia Romagna per tutti i ragazzi del territorio. «Con la vostra esperienza testimoniate a quali inferi porta la droga e al contempo a quali vette innalza l’impegno, la dedizione e la passione», ha aggiunto il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi rivolgendosi ai sei neolaureati. Altri 30 ragazzi di San Patrignano iscritti a UniNettuno si preparano alla laurea.

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