sabato 1 settembre 2012
Il presidente del Consiglio convoca anche i sindacati per l’11 (dopo le imprese il 5). I timori legati a un autunno caldo. Ha preteso che entro mercoledì sia pronto il cronoprogramma di tutti i decreti attuativi delle misure già varate.
Il ministro Catania: «Monti resti o sarà catastrofe»
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​È un azzardo, quello di Mario Monti. Mercoledì prossimo e martedì 11, in due incontri separati con imprese e sindacati, lancerà una proposta di questo tenore: «Risorse sufficienti non ce ne sono ancora, ho bisogno che siate voi, nella vostra autonomia, a stringere un patto per rendere più flessibili i contratti, premiare il merito, far salire e incentivare la produttività. Lo spread della competitività con Germania e Francia è enorme...». La risposta è prevedibile: le aziende lamentano la crisi del credito, la burocrazia-capestro e il costo del lavoro; i sindacati il fisco oppressivo e la precarietà selvaggia. Come chiedere loro di fare passi avanti?Ma il premier, insieme a Passera e Fornero, ha concordato una strategia che somiglia a una vera e propria moral suasion per arrivare ad un «patto» e scongiurare, per quanto possibile, l’autunno caldo: «Dobbiamo fare come la Germania di Schroeder – spiega un ministro –, fare sacrifici insieme ora per dare basi solide al futuro. Non appena la situazione finanziaria ci darà respiro (è significativo che i due incontri con le parti sociali si svolgano nel mezzo tra la prossima riunione Bce e la sentenza della Consulta tedesca sul fondo salva-Stati Esm, ndr) faremo la nostra parte sino in fondo».Una promessa di cui fidarsi, dunque. Anche perché «finora non siamo stati con le mani in mano», come dimostrano tutte le misure (già approvate e in via d’approvazione) su infrastrutture e semplificazioni del duo Passera-Patroni Griffi. E ora arriverà anche il pacchetto-Severino per velocizzare i processi. Di questi temi Monti ha discusso ieri in più riunioni interministeriali cui hanno partecipato anche Grilli, Fornero, Cancellieri, Profumo e il sottosegretario Catricalà. Gli incontri con le parti sociali sono considerati uno snodo per capire se il governo ha smosso alcune incrostazioni. Ma si è parlato anche d’altro: il professore ha preteso che entro il Cdm di mercoledì ci sia il crono-programma di tutti i decreti e regolamenti attuativi delle misure già varate nei mesi scorsi. Una necessità non più derogabile, l’Ue ora vuole vedere misure già operative.D’altra parte, Monti ha anche la necessità di mostrare giorno per giorno un governo operoso. Non è detto, infatti, che mercoledì il "decretone-sanità" sia approvato. Idem per il nuovo "pacchetto-crescita" di Passera su start-up e Agenda digitale. Potrebbero essere solo discussi e poi rinviati alla seduta successiva (l’ipotesi, per la Salute, è che venga stralciato il piano per le non autosufficienze finanziato con la tassa sulle bibite).Insieme al fronte italiano, Monti continua a monitorare, anche fisicamente, quello europeo. Le tappe sono varie: martedì riceverà a Roma il presidente francese Francois Hollande, poi giovedì parteciperà, a Fiesole, ai lavori del Ppe. Un’occasione per reincontrare il presidente della Commissione Ue Barroso, ma anche per convincere quei deputati europei scettici sul risanamento italiano. Nel prossimo fine settimana, invece, testerà la voglia di seguirlo di diversi pezzi del sistema-Italia: venerdì a Bari, alla Fiera del Levante, e sabato al Forum di Cernobbio ripeterà che le forze per risalire la china devono venire dal cuore del Paese. E non da aiuti esterni.
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