martedì 30 ottobre 2012
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​«Il risultato del Movimento 5 Stelle è sicuramente un successo. Paradossalmente, però, rischia di essere decisivo, di dover scegliere se dare l’appoggio al governatore Crocetta. Di doversi cioé "sporcare le mani" con la politica. E questa scelta influenzerà il risultato a livello nazionale», spiega Roberto Cartocci, docente di Scienze politiche all’Università di Bologna.Professore, il primo dato che impressione è quello dell’astensione. Se l’aspettava così ampia?È un primato negativo non del tutto inaspettato ma figlio dello "spirito dei tempi": quelli della sfiducia e della smobilitazione dei vecchi arnesi. Poi sul voto in Sicilia hanno pesato anche la mancanza di veri leader nazionali e l’"ammucchiata" finale dell’amministrazione precedente.Queste elezioni sono un test nazionale?I partiti le hanno interpretate come delle prove generali, le hanno sfruttate per verificare alcune tattiche. La pletora di candidature segnala le forti divisioni esistenti nel centrodestra e nel centrosinistra. Così che i grandi partiti hanno raccolto più o meno tutti tra un settimo e un ottavo dell’elettorato, senza che nessuno sia nettamente prevalente.Ma il movimento di Grillo ha vinto perché partiva da zero ed è arrivato al 15% (primo partito) o ha fatto flop perché non ha il governatore e non ha raggiunto il 30% previsto da alcuni?Sostenere che il M5S abbia fatto flop mi sembra davvero esagerato. Per arrivare al 30% occorreva essere un partito popolare, fortemente radicato sul territorio. E anche attrezzato... in tutti i sensi che questa parola può avere in Sicilia. Sarei prudente anche nel sostenere, come fa qualcuno, che il 15% in Sicilia può equivalere al 25% in Italia. Secondo me senza apparati forti non si supera il 20% (che peraltro non è certo poco).Queste elezioni che cosa dicono allora sul piano nazionale?Al centrodestra dicono che ha assoluto bisogno di ristrutturarsi e ritrovare un’identità unitaria, altrimenti finirà per essere nuovamente "bastonato". Nel centrosinistra, il Pd dovrebbe fermarsi a riflettere sulla vittoria ottenuta alleandosi con l’Udc e il risultato marginale conseguito invece dalla sinistra. La posizione frontista evidentemente non paga.
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