sabato 17 agosto 2013
Grazia sì o no, il Cavaliere al bivio. E cresce l'ipotesi dei servizi sociali. Francesco Nitto Palma: proprio per le sue capacità maieutiche lo vedrei con le persone in difficoltà. Gaetano Quagliariello: «Molte cose da chiarire, non basta Napolitano a blindare il governo».
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La pausa di Ferragosto non ferma la discussione sul futuro politico di Silvio Berlusconi. Il leader del Pdl – dalla sua villa di Arcore – resta in silenzio ad assistere alle polemiche che si sono riaccese dopo le dichiarazioni del Colle. Non tanto sulla opportunità o la modalità con cui chiedere la grazia, ma soprattutto su come continuare a guidare il centrodestra anche dopo un’eventuale esclusione dal Senato.«Io non credo – ha sottolineato Francesco Nitto Palma, presidente della commissione Giustizia del Senato – che l’essere o meno in Parlamento possa impedire al presidente Berlusconi di esercitare la sua leadership. Una leadership riconosciuta in maniera compatta, da tutto il partito. Chi pensa che l’impegno di Berlusconi possa ridursi a una sorta di guida spirituale del centrodestra si sbaglia di grosso. La sua rimarrebbe sicuramente una guida politica a pieno titolo». «Proprio per le sue capacità maieutiche – sottolinea Nitto Palma – vedrei il presidente Berlusconi perfettamente in grado di aiutare persone in difficoltà in qualsiasi contesto di servizio sociale. Se solo pensiamo a quanto ha fatto per le comunità di recupero senza pubblicizzarle in questi anni capiamo bene quanto sia alta la sensibilità di Berlusconi per i problemi dei più deboli. Le dirò di più: Berlusconi troverebbe argomenti e modalità convincenti per spronare i ragazzi a rinunciare alla droga».Per il presidente della Giunta per le Immunità del Senato Dario Stefàno, la grazia non potrà incidere in alcun modo sulla legge Anticorruzione. Stefàno spiega di aver chiesto di alcuni documenti per chiarire il ruolo di Berlusconi in Mediaset. Secondo il senatore di Sel, la nota di qualche giorno fa di Napolitano sull’ipotesi della grazia e sulla richiesta di un "salvacondotto" per Berlusconi avanzata con forza dal Pdl, chiarisce «tutto quello che c’era da chiarire». Ma lui ci tiene a ribadire un punto: «Occorre distinguere ed evitare di fare confusione sui ruoli: l’esecuzione della pena detentiva non è competenza della Giunta, trattandosi di sentenza definitiva. Ciò chiarito, non ritengo opportuno che io entri nel merito di altri aspetti quali la grazia, gli arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali di competenza di altri organi dello Stato. In relazione, invece, a eventuali future competizioni elettorali di Silvio Berlusconi, per i prossimi sei anni gli Uffici elettorali non potranno ricevere la candidatura a causa dell’incandidabilità prescritta dal decreto 235 del 31 dicembre 2012 a meno che non intervenga una riabilitazione, su richiesta dello stesso Berlusconi. Ma ciò è inimmaginabile, prima di almeno due anni. Quanto alla decadenza da senatore della XVII legislatura, invece, la decisione finale spetterà all’Assemblea del Senato, e non potranno esserci "salvacondotti" provenienti dall’esterno».A Stefàno replica il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello: «Credo ci siano molte cose da chiarire e approfondire e credo sia interesse di tutti farlo per bene. Non per sottrarsi alla deliberazione, ma perché essa non abbia esiti predeterminati e avvenga con ogni cognizione di causa, vista la delicatezza della vicenda e le conseguenze politiche».Infine Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, ai microfoni del Tg1 ha affermato come «il momento è assolutamente delicato, per la nostra economia e per la nostra vita democratica. Occorre rafforzare l’azione del governo per il rilancio della nostra economia, ma anche per trovare una soluzione giusta per il presidente Berlusconi. Una crisi di governo sarebbe da irresponsabili».
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