mercoledì 23 maggio 2018
Nel piccolo centro delle Marche, c’era una cartiera dove arrivavano i romanzi destinati al macero. Ma, prima di distruggerli, gli abitanti li leggevano e ne traevano spunto per la carta d’identità
Alfa, Berlina e Victorugo: il paese dei nomi stravaganti
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Chissà se Aurea era davvero una persona d’oro, se sull’ospitalità di Ostello si potesse sempre contare, se Goliardo fosse famoso per la battuta pronta... Molti cittadini nati nella prima metà del XX secolo oggi non ci sono più, ma nei registri del Comune di Piòraco – circa 1.200 abitanti in provincia di Macerata – restano i loro nomi stravaganti.

Frutto di una frequentazione assidua dei genitori con le migliaia di volumi destinati al macero che arrivavano alla locale cartiera; solo che, prima di distruggerli, gli operai quei libri li leggevano, si appassionavano alle storie, si facevano conquistare dai protagonisti. Così, se non è difficile capire le preferenze letterarie del padre di Victorugo, qualche dubbio nasce di fronte a Mercedes: deve il suo nome alle vicende raccontate da Dumas ne Il conte di Montecristo o a una passione di tutt’altro genere, la stessa che ha fatto registrare all’anagrafe Alfa e Berlina? Il padre di Aeroplano sognava forse trasvolate e quello di Atala amava pedalare? Per le strade del paese, incastonato in mezzo alle montagne, circolavano poi Radames, Aida e Amneris: segno che anche la lirica aveva piena cittadinanza in quel di Pioraco, che Verdi spopolava.

Ma c’erano anche la rossiniana Armida, una Brunilde – e perfino un Brunaldo – e una Valchiria di chiara origine wagneriana. Potevano mancare Desdemona e Otello? Mai cittadina fu più cosmopolita di questa che tra i suoi abitanti contava – e in qualche caso ancora conta – un’Irlanda e una Polonia, una Libia e un’America, senza negarsi Ginevra, Adelaide, Belgrado, Londra, Gorizia, Trieste, Imola, Roma. E dove c’era Loira c’era anche Lorena. Se è certo che Delpiano e Delmonte fossero fratelli, niente si sa invece di una parentela tra Ribelle e Selvaggia, se MarcoAurelio si consultasse con Pirro, se Pronta fosse un tipo disponibile e Preziosa se la tirasse un po’.

Casto era certo un uomo affidabile, ma da Eros era meglio tenersi alla larga? Possiamo solo sperare che Probo andasse d’accordo con Furbo e che Grande non facesse il gradasso con Medio, nonché Ateo fosse amico di Fede... Con il passare del tempo dare un nome insolito alla prole è diventato un vezzo, l’eccentricità un segno di distinzione. Ma le cose cambiano e oggi anche Pioraco si sta normalizzando: all’anagrafe si comincia infatti a intravedere qualche Francesco e avanzano le Giulie.

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