domenica 3 aprile 2016
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Gateano Giunta e l’economia civile che crea occupazione Economia paziente batte capitalismo impaziente due birre a zero. Accade a Messina, dove la terra trema ma non temete, non si tratta di scosse telluriche bensì di scosse economiche. Se ne parla pochissimo, anzi quasi niente ed è logico: quanto sta combinando la Fondazione di Comunità non sono le solite 'opere buone', non è semplicemente creare posti di lavoro e migliorare l’ambiente, ma proporre un’alternativa al vecchio capitalismo asfittico che ansima ma non perde arroganza, non sapendo vedere all’orizzonte nient’altro che se stesso. I protagonisti sono tanti, com’è logico trattandosi di 'comunità'. Ma l’anima, il motore, la testa è soprattutto quella di Gaetano Giunta, 56 anni, fisico laureato a Pisa che fa ricerca girando per l’Europa finché non sa resistere al richiamo della primavera siciliana, tra il 1993 e il 1994. Giunta diventa anche assessore nella sua Messina. «Pensavamo di cambiare il mondo in quattro e quattr’otto – racconta oggi – ma ci mancavano gli strumenti per riuscirci. Non potevamo modificare la struttura economica ». Giunta aveva capito che lì bisognava intervenire, inventando e progettando e trovando le risorse, intervenendo sui modi di produzione. «Potevo tornare in Usa e Francia a fare ricerca, e rifiutare certe offerte mi è costato. Ho scelto la Sicilia e non sono pentito: la mia vita è più complicata, ma anche più ricca di umanità». Nascono così Ecos-med nel 1998 e la Fondazione di Comunità nel 2004. Ma prima bisogna spiegare quelle due birre a zero. La storia del Birrificio Messina è solo una delle tante avventure vittoriose della Fondazione, ma forse la più emblematica. «Acquistato da una multinazionale – racconta Giunta – il Birrificio è rivenduto ai vecchi proprietari, che però hanno altri progetti, chiudono e mettono i lavoratori in mobilità. Qui interviene la Fondazione». Come? «Accompagna e aiuta 16 lavoratori che creano una cooperativa, trovano una nuova area e predispongono un piano industriale. Reperisce i 3 milioni di euro necessari per ripartire. Ma soprattutto... ». Soprattutto? Ecco quanto più sta a cuore a Giunta: «Organizziamo una campagna di comunicazione sociale tesa a rinforzare il legame tra Birrificio e città. Per stare in piedi, bisogna produrre e vendere almeno 50mila ettolitri di birra all’anno, a partire dal quarto anno di attività. Finita la campagna, avevamo ordinativi per oltre 75mila ettolitri. I messinesi hanno coinvolto anche le comunità di emigrati, sono arrivati ordini da Usa e Australia. La produzione partirà in autunno e sarà birra di alta qualità: quella 'normale' avrà il 70% di malto». Due a zero a stare stretti. I dipendenti non perdono il lavoro, Messina non perde la sua birra. Il messaggio? «Dove il capitalismo fallisce – è la morale di Giunta – vincono forme di economia civile che pongono l’accento sui beni relazionali come centrali per il mercato». Torniamo alla Fondazione. Dopo il centro di ricerca Ecos-med, Giunta promuove dei cluster socioeconomici. Nascono il Parco Orcynus Orca a Capo Peloro e il Parco sociale di Forte Petrazza a Camaro superiore, restituendo alla comunità un luogo che era finito nelle grinfie della malavita. E tantissimo altro. Ma le risorse? «Volevamo essere autonomi dal pubblico – spiega Giunta – così nasce la Fondazione di Comunità, con le risorse raccolte in parte dal cluster, in parte dalla Cassa delle Ammende del Ministero della Giustizia, in parte dalla Fondazione 'Con Il Sud'». E in parte si autofinanzia, ad esempio con il Parco delle energie rinnovabili. La Fondazione lancia un bando pubblico a cui aderiscono scuole, parrocchie, istituzioni, privati. In tutto, 184 soggetti che mettono a disposizione il proprio tetto per il fotovoltaico, installato gratuitamente dalla Fondazione, che garantisce la manutenzione tramite cooperative sociali. In cambio, l’incentivo statale del Conto Energia va alla Fondazione che può finanziare altre iniziative ancora. La Fondazione di Comunità sta creando un piccolo, grande, benefico 'terremoto', anche andando a risolvere un problema secolare di Messina, dove ancora ci sono le baracche del sisma del 1908. Non c’è dubbio che l’esperienza internazionale di Giunta, qui, abbia avuto un ruolo decisivo. Sentiamolo: «Creiamo partnership con centri di ricerca come il Mit di Boston, il Politecnico di Milano, il Cnr di Messina per programmi di housing sociale. Nasce un network che raccoglie alcune tra le più avanzate tecnologie per un’architettura sostenibile. Sorge così un 'sistema prototipale' nell’area della baraccopoli: un condominio con parco ecologico per dare un’abitazione a persone con forte disagio sociale, ricorrendo a materiali e tecnologie altamente innovativi, a sistemi domotici e alla mutualizzazione dell’energia prodotta dai sistemi fotovoltaici: chi produce più di quanto consuma cede energia e chi invece ne consuma di più». La Fondazione è partita e non si ferma. Stanno nascendo Esco, una società europea per l’efficienza energetica, e uno strumento di finanza etica specializzata in microcredito con Economia di Comunione e Caritas. Due birre a zero non bastano, la Fondazione fa pressing e attacca, senza sosta. E mette il vetero-capitalismo, incapace di novità e speranza, alle corde. © RIPRODUZIONE RISERVATA Italia possibile FAENZA Da sinistra, il prefetto Sarti, il senatore Collina, il sociologo Minardi, il professor Becchetti
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