giovedì 12 maggio 2016
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Il Forum delle associazioni familiari «festeggerà quando le famiglie italiane vedranno riconosciuto il proprio diritto di vivere (e non sopravvivere) in questo Paese». Così il presidente Gianluigi De Palo commenta in una nota l’ok definitivo alla legge sulle unioni civili. L’or-ganismo che riunisce le associazioni che rappresentano milioni di famiglie fa da capofila alle critiche che vengono da tante sigle del mondo cattolico su un provvedimento giudicato sbagliato nel merito e nel metodo (in particolare sulla fiducia, criticata l’altroieri anche dal segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino), nonché incostituzionale. Al governo si imputa, poi, l’assenza di politiche davvero pro-famiglia. De Palo ricorda che il Forum è stato contrario sin dall’inizio alla norma, «perché non tiene conto del Paese reale» e il suo carattere «ideologico » verrebbe dimostrato dalla fiducia sia al Senato che alla Camera e dal fatto che «che in questi mesi abbia spaccato il Paese invece che unirlo». Il Forum sottolinea che «è il colmo vedere tanta determinazione per una legge che riguarda poche migliaia di persone e, al contrario, tanta pigrizia sulle richieste legittime delle famiglie italiane costrette ad emigrare per sopravvivere ». Nel finale l’appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella affinché «sollevando dubbi di costituzionalità, chieda alle Camere un più attento riesame dell’intera legge». Il Forum si dice certo che, equiparando le unioni al matrimonio, l’articolo 29 della Carta di fatto sia violato. Le critiche sulla costituzionalità del provvedimento sono avanzate anche da Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli, che nel merito parla di «deriva antropologica ». Si appella anche lui a Mattarella. E rilancia la campagna per votare «no» al referendum istituzionale di ottobre per fermare Renzi «prima che trasformi l’Italia in un premierato». Il Comitato - insieme al Centro studi Rosario Livatino - ha inviato a tutti i deputati una memoria (già consegnata a Mattarella) per approfondire i contenuti della legge, in cui si confermano i rilievi di costituzionalità già espressi nei mesi scorsi in un documento sottoscritto da 600 giuristi. Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori, si dice contrario «nel metodo e nel merito», ma punta il dito soprattutto sul primo definendo la fiducia un «errore clamoroso ». E per la natura dei temi in discussione e per la schiacciante maggioranza del governo alla Camera. Scelta «fuori dalla nostra storia democratica » e che «divide il Paese», aggiunge l’Associazione notai cattolici. «Avremmo auspicato maggiore spazio al dialogo e alla libertà di coscienza », aggiunge il presidente Roberto Dante Cogliandro, la cui speranza è che «questo vulnus non apra una fase di scontro duro su altre vicende che impattano fortemente sui cittadini». Per Flavio Felice, economista e membro del Comitato Cei per le settimane sociali, mettere la fiducia è stato un atto «grave», «irrituale», insomma, «uno scivolone non da Stato liberale». Sulla fiducia si esprime anche Roberto Gontero, presidente dell’Agesc, che la definisce segno di «mancato rispetto degli elettori» e di una «deriva autoritaria». Parole dure, a cui aggiunge quelle sull’«inquietante, rinnovata conferma del disinteresse » del governo per una politica per le famiglie, alle quali con la legge sulle unioni è stato inferto uno «schiaffo». Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione medici cattolici, insiste sull’incostituzonalità e parla di una «forma di violenza» verso i bambini, che si esercita disconoscendo la genitorialità fondata su padre e madre. E di un’apertura della legge a «forme di compravendita del corpo femminile». Filippo Savarese ( Generazione famiglia-Manif por tous), infine, si difende dalle accuse di sessismo per aver condiviso su Twitter una foto che circolava in rete - in cui si ironizzava sulla Boschi, ritratta nell’atto di voltare le spalle all’emiciclo di Montecitorio. «La critica è politica - afferma - e riferita all’arroganza del ministro». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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