mercoledì 22 settembre 2010
Il governatore lombardo commenta la bozza del decreto sulla finanza regionale: l’impianto non è male, ma mancano i numeri. E sull’ineleggibilità di chi sfonda i bilanci: «Attenti ai furbetti». E continua: «Dopo la riforma federale, bisognerà tornare a parlare di elezione diretta del presidente del Consiglio, snellimento del Parlamento, nuovo bicameralismo...».
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Il benchmark non si tocca: i costi standard «devono essere quelli delle regioni migliori», ribadisce Roberto Formigoni, anche se i meno virtuosi potranno giocare i «tempi supplementari». In cima al Pirellone, il quattro volte governatore della Lombardia sta studiando la bozza di decreto sulla finanza regionale appena arrivata dal ministero dell’Economia - «l’impianto non è male, però mancano ancora i numeri» commenta -, non si accalora all’idea di decentrare i ministeri al Nord e ricorda all’alleato leghista che il federalismo «è figlio di Sturzo» e ai cattolici che «di fronte a questa riforma non dobbiamo sentirci nè spaventati nè esclusi». Ma soprattutto rilancia la teoria dei contrappesi: «un processo federale compiuto presuppone forti autonomie territoriali ma anche un rafforzamento dei poteri del governo centrale»Pochi giorni fa, il Cardinal Bertone ha invocato la «concordia» davanti a porta Pia. Sarebbe stata possibile l’unità d’Italia senza la presa di Roma?Probabilmente, non ci sarebbe stata unità, come non ci sarebbe stata senza la Sicilia o il Lombardo-Veneto. Ciò detto, ho apprezzato molto il gesto della Chiesa, gesto di grande amore nei confronti del Paese. A 140 anni di distanza tutto continua a ruotare intorno a Roma Capitale: è vero che esiste un patto politico, come dice Alemanno, e se non sarà attuato quel decreto salterà l’intera riforma?Il provvedimento su Roma Capitale fa parte di un pacchetto pensato insieme alla Lega per fare dell’Italia uno Stato federale compiuto, non c’è nulla di segreto né di sconveniente. All’interno del pacchetto era stato deciso un riconoscimento di Roma Capitale, ma tutto sarà completo quando tutto sarà completo. Trattandosi di un processo unitario io avrei preferito che fosse più sincronizzato: invece il provvedimento di Roma capitale è già stato licenziato... La Lega rivendica la primogenitura del federalismo mentre lei ha dichiarato che Bossi fu "convertito" da Berlusconi. Chi ha la memoria corta?Non che la Lega non avesse il federalismo nel suo orizzonte, ma che nel 2000 fosse su posizioni secessioniste e che Forza Italia l’abbia recuperata sul federalismo è scritto nella storia. Da dieci anni comunque stiamo lavorando insieme, consci che un federalismo ben fatto faccia il bene del Paese, del nord e del sud. Quali sono le garanzie che non disgregherà l’Italia?Il progetto prevede forti autonomie sul piano locale e soprattutto regionale, perchè il federalismo ruota intorno ai territori che possono determinare politiche differenziate di sviluppo, ma presuppone anche un rafforzamento dei poteri del governo centrale, a partire dall’elezione diretta del presidente del Consiglio, con la nomina e revoca dei ministri, lo snellimento del Parlamento, un nuovo bicameralismo... Qualcuno chiede di rivedere il benchmark dei costi standard, individuato in base ai conti delle regioni virtuose, come la Lombardia. Perché è contrario?Per chi è in ritardo ci sono i tempi supplementari garantiti dai fondi di perequazione, ma dev’essere chiaro che bisogna arrivare al livello delle regioni migliori: se si stabilisce che la stessa Tac può avere un prezzo diverso da regione a regione viene meno la trasparenza.Avete sposato la linea del rigore anche sull’ineleggibilità dei governatori che sforano. A quali condizioni?La difendo perché è una sanzione giusta, ma attenzione ai furbetti: andrà applicata ai governatori ma anche a tutti gli amministratori e a chi sta al governo, per dire basta alla finanza allegra. Se si troverà la quadra su Irpef, Irap e Iva, la Lombardia come userà le imposte federali?Il federalismo per me non è un fine ma un mezzo per realizzare una società più sussidiaria, che dia spazio al protagonismo delle persone, delle famiglie e dei soggetti sociali. Non si deve passare dal centralismo statale a quello regionale. Tra le materie che abbiamo chiesto di gestire c’è l’istruzione e non perché si voglia sostituire il ministero di Roma con quello di Milano, ma per dare più autonomia e libertà alle singole scuole, alle famiglie, ai territori. Invece dopo il decreto su Roma Capitale, si parla proprio di ministeri da decentrare. Cosa ne pensa?A un governo si chiede efficienza. la capacità di sviluppare politiche coerenti, integrate, e la nostra amministrazione centrale deve fare un salto di qualità. Io non sto dicendo un no al decentramento di alcuni ministeri, ma va studiato molto bene, non può essere una bandiera localista... Dobbiamo ancora camminare molto, non sarà immediata l’attuazione del federalismo.
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