giovedì 10 ottobre 2013
Una decisione presa sulla scorta del parere del comitato scientifico, secondo cui presenta «potenziali rischi» ed è dunque «pericoloso» per la salute dei pazienti.
SECONDO NOI È l’ora di chiedere scusa
COMMENTA E CONDIVIDI
Un annuncio che "non avrei mai voluto dare". È con queste parole che oggi il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha aperto la conferenza stampa, convocata d'urgenza, per annunciare la decisione di bloccare la sperimentazione del metodo Stamina messo a punto da Davide Vannoni. Una decisione presa sulla scorta del parere del comitato scientifico che doveva presiedere alla sperimentazione e che si fonda su un punto in particolare: il metodo, che utilizza cellule staminali, presenta "potenziali rischi" ed è dunque "pericoloso" per la salute dei pazienti.Lo stop è stato duramente contestato da Vannoni, che ha rilevato come "a essere pericoloso non è il metodo di cura, bensì il ministro Lorenzin e chi sta gestendo così male questa situazione. Ora l'obiettivo - ha annunciato - è attuare la sperimentazione all'estero, possibilmente in Usa".Le parole del ministro hanno però sancito, di fatto, la fine di una vicenda travagliata: "Questa è una conferenza stampa che non avrei mai voluto fare - ha detto Lorenzin - perché sarei stata felice che questa vicenda avesse avuto un epilogo diverso, soprattutto per dare risposte a tantissime famiglie che si sono aggrappate alla possibilità di avere una cura che, purtroppo, non c'è". Ma come si è arrivati a questa decisione, a fronte del via libera del Parlamento alla sperimentazione? Centrale è stato il parere espresso, a settembre, dal comitato scientifico, che ha bocciato la metodica affermando che "mancano i presupposti di scientificità e sicurezza per avviare la sperimentazione", ed ha evidenziato tre punti: la "inadeguata descrizione del metodo", la "insufficiente definizione del prodotto" e i "potenziali rischi" per i pazienti. A questo punto, ha precisato il direttore generale del ministero Marcella Marletta, è stato richiesto un parere all'Avvocatura generale dello Stato in merito ai "passi successivi". Il 26 settembre la pronunciadell'Avvocatura, secondo cui il ministero "in seguito alla relazione del comitato, non può ulteriormente promuovere la sperimentazione già avviata". Da qui il documento di "presa d'atto" del dicastero, che blocca la sperimentazione. Quanto ai pazienti già in trattamento a Brescia, su questi "pende il giudizio del Tar della Lombardia. Attenderemo - ha detto Lorenzin - la decisione della magistratura". Lorenzin ha anche annunciato di aver chiesto di avere accesso alle cartelle cliniche dei pazienti per una "ulteriore valutazione". Riferendosi poi al fondo di tre milioni stanziato per la sperimentazione Stamina, ha espresso l'intenzione di destinarlo alla sperimentazione sulle malattie rare.Plaude allo stop del ministro la senatrice Elena Cattaneo, direttrice del Laboratorio cellule staminali dell'Università di Milano: lo stop, ha detto, "tutela le famiglie da un'operazione guidata da altri interessi". Anche per il genetista Angelo Vescovi si tratta di una decisione "assolutamente giusta". E per l'Associazione Coscioni, la decisione era "l'unica che poteva essere adottata da un ministero che deve farsi garante della salute dei cittadini". Intanto, Sandro Biviano, portavoce dei malati che dal 23 luglio presidiano piazza Montecitorio chiedendo libertà di cura, ha annunciato ricorso alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. 
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: