sabato 2 luglio 2016
Dopo la rivolta nel Fiorentino, ronde a Prato e giustizia fai da te. Raid punitivi ai danni dei maghrebini. «Fatti non collegati, ma l’insofferenza cresce». Il governatore Rossi: evadono un miliardo, rispettino le leggi.
Il malessere dei cinesi in Toscana
COMMENTA E CONDIVIDI
Spedizioni punitive e ronde per una giustizia fai da te. La procura di Prato, a seguito delle indagini della squadra mobile, sta indagando su almeno 5 casi di aggressioni violente avvenute tra il centro e la Chinatown dall’inizio dell’anno. Nove le perquisizioni condotte all’interno di abitazioni e di un’azienda, altrettanti gli indagati per associazione a delinquere con finalità di odio razziale. Si tratta di esponenti dell’associazione culturale cinese 'La città del cervo bianco', da tempo attiva per promuovere l’integrazione e per chiedere maggiori tutele sul fronte della sicurezza per la comunità cinese. Le indagini hanno svelato che, all’interno dell’associazione, le attività lecite erano affiancate da una vera e propria costola dedita a raid e spedizioni punitive.  La vicenda racconta, a soli due giorni di distanza dalla rivolta anti-controlli nelle fabbriche di Sesto Fiorentino, di un inedito malessere da parte della comunità cinese residente in Toscana, insofferente ai controlli delle pubbliche autorità nei laboratori del tessile e nello stesso tempo sempre più pronta a lanciarsi in rivendicazioni dal chiaro intento nazionalistico, spesso al limite della legalità. Per quanto riguarda l’operazione di ieri a Prato, i pestaggi – a danno di maghrebini, rom, ma anche indiani – sarebbero partiti come ritorsione per le rapine subite dai cittadini cinesi. Le vittime venivano scelte senza una ragione, se non quella razziale. Le percosse erano particolarmente violente: in alcuni casi le vittime sono finite in prognosi riservata, colpite con mazze e tondini di ferro. L’indagine è scaturita anche grazie alle intercettazioni e alle dichiarazioni di Jacopo Hsiang, anch’egli esponente del Cervo bianco, una delle persone arrestate il 1° giugno nell’ambito di un’inchiesta per sfruttamento della prostituzione e traffico di droga nei circoli cinesi. Tra gli indagati fi- gura Ye Jiandong, detto Jack, ritenuto il vero referente dell’associazione, che avrebbe autorizzato le spedizioni punitive. Ye Jiandong sta scontando una condanna a 18 anni per omicidio e si trova in regime di semilibertà. Lo stesso Ye si trovava a Sesto Fiorentino mercoledì scorso durante la rivolta dei cinesi contro i controlli alle aziende ed era presente giovedì alla manifestazione davanti al consolato e al tribunale di Firenze. Gli inquirenti hanno tenuto a precisare, però, che l’indagine sulle spedizioni punitive non ha collegamenti diretti con i fatti di Sesto. «La giustizia privata non è e non sarà tollerata – ha dichiarato il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi –, i fatti di Sesto Fiorentino sono la spia di un’insofferenza contro controlli che stanno dando risultati importanti. L’inchiesta – ha poi precisato – la stiamo portando avanti da mesi e non è direttamente collegabile con la rivolta dei giorni scorsi». Un invito alla calma e ad evitare tensioni e conflitti è arrivato alla comunità cinese dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che però ha sottolineato con forza come «nessuno può sottrarsi alle leggi». «Le multe le facciamo perché sono previste dalla normativa – ha aggiunto il governatore commentando l’episodio di Sesto Fiorentino –. La Toscana si comporta correttamente con la comunità cinese, con rispetto per la loro cultura, ma non si può prescindere dal rispetto della legalità». L’altro fenomeno da monitorare continuamente è l’evasione fiscale. Nel Pratese, d’altronde, non passa mese che la Guardia di Finanza non scopra un’evasione per milioni di euro, una serie di affitti in “nero” a lavoratori altrettanto sconosciuti al fisco, oppure un’attività di contraffazione o di contrabbando, soprattutto di tessuti, fra Italia e lontano Oriente. «Oggi stimiamo – ha sottolineato Rossi – che si continua ad evadere almeno un miliardo di euro all’anno».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: