venerdì 16 ottobre 2020
Viaggio nel piccolo paese di Amelia, sconvolto dalla scomparsa della giovane a causa di una overdose. Le domande e il dolore dei ragazzi alla veglia col parroco
La foto di Maria Chiara in chiesa

La foto di Maria Chiara in chiesa - .

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A cinque giorni dal dramma, Amelia è una città sconvolta. La vita quotidiana apparentemente va avanti come prima ma non c’è angolo della città nella quale la tragica morte di Maria Chiara Previtali non faccia capolino. Il volto della neodiciottenne, trovata senza vita nel letto del fidanzato dopo aver festeggiato la maggiore età e dopo aver assunto una dose di eroina nella notte fra venerdì e sabato scorsi è ancora negli occhi di tutti. Quando gli si chiede di Maria Chiara, la gente di Amelia sospira e fa spallucce, c’è chi si lascia andare ad un pianto e c’è chi razionalmente prova a dare un senso a questa morte assurda. Gli amici di Maria Chiara le hanno reso omaggio con uno striscione che campeggia appena si entra in città lungo le mura poligonali e le hanno fatto una promessa: «Festeggeremo il tuo compleanno, lo faremo, anche se sarà diverso».

Lo striscione sulle mura di Amelia e

Lo striscione sulle mura di Amelia e - .

Mercoledì sera erano in chiesa, per la veglia di preghiera organizzata da don Mauro Russo, parroco di San Francesco, insieme ai compagni del Kung Fu, disciplina della quale è stata due volte campionessa italiana giovanile ed era cintura nera ed istruttrice: diciotto candele, un video struggente e il saluto dell’atleta. «Mary – racconta Simone, l’amico più stretto – sognava di diventare medico e aiutare chi era in difficoltà. Questo si capiva da quanto fosse presente per gli amici. Quando qualcuno stava male, lei lo capiva dallo sguardo e non si dava per vinta fino a quando chi stava male non trovava sollievo».

Don Mauro Russo invece fa un chiaro riferimento allo smarrimento delle giovani generazioni, reso ancora più forte dai me- si di lockdown, ma anche da quella che chiama “cultura della morte”: «Dobbiamo provare a dare un senso al dolore che abbiamo nel cuore. La storia di Maria Chiara deve diventare un insegnamento per tutti noi, ma soprattutto per voi giovani, perché possa orientare la vostra vita, da oggi e per sempre a non scegliere mai più vie buie e di morte, ma vie di vita, di gioia e felicità perché quello è il motivo per cui siamo stati creati e chiamati, a vivere in pienezza».

L’invito è quello «a cercare lo spiraglio di luce anche dove apparentemente sembra non ci sia» ed unisce in unico filo rosso la morte della diciottenne a quella di Flavio e Gianluca, i due adolescenti ternani stroncati da un mix letale lo scorso luglio: «Il solo coinvolgimento emotivo per questa tragedia non basta, cari giovani, sono convinto che Maria Chiara ci chieda di più. Chissà, forse la sua morte e quella dei due ragazzi di Terni ha già parlato ad altri giovani che si stavano incamminando lungo la strada della morte e magari hanno fatto un passo in- dietro. Maria Chiara vi sta parlando e vi sta chiedendo di mettervi alla ricerca della luce che si nasconde questa tragedia. Perché la luce c’è ed è per voi. Lasciate la rabbia e le sofferenze a Dio perché non c’è niente di cosi grande di cui Lui non possa farsi carico».

I fiori davanti alla casa del fidanzato

I fiori davanti alla casa del fidanzato - .

Don Roberto Tarquini, parroco di Santa Maria in Monticelli, rilancia: «Che brutta ironia della sorte: il padre si dedicava a salvare le vite degli altri nella Comunità Incontro e intanto la droga uccideva la figlia. Non credo sia un problema educativo, i genitori e il fratello hanno fatto di tutto per allontanarla da questo ragazzo che spacciava e con il quale stava da tre mesi, ma non c’è stato verso. Il problema vero è la mancanza di Gesù Cristo. Quando ci si allontana da Lui le strade sono sempre sbagliate». Poi l’invito, raccolto anche dal sindaco Laura Pernazza, che da qualche giorno va personalmente a lasciare i fiori nella casa dove la giovane è morta: «Ragazzi, chiedeteci spazio, luoghi dove poter stare, dove potete esprimervi, portate idee, uscite dal pensare che perché siete giovani non sia ancora il vostro tempo.

Non è così: questa città ha bisogno di voi, delle vostre idee, della vostra creatività, della vostra energia, del vostro entusiasmo, dei vostri sogni. La cosa più triste non è morire, ma trovare giovani che non sorridono alla vita, vedere giovani spenti: quella è la più grande morte, perché vuol dire che non hanno dentro il seme della vita. E se avete bisogno, fidatevi di noi adulti, chiedeteci sostegno. Noi siamo dalla vostra parte». Il sindaco annuncia anche una manifestazione per i giovani e contro la droga «appena il Covid ce lo consentirà. Tenetevi pronti». Poi un pensiero da donna e madre: «Cercatemi, fatevi presenti con le vostre esigenze, perché cresca la consapevolezza da parte di tutti noi che fare una scelta sbagliata potrebbe portare a una perdita sconvolgente».

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