martedì 21 luglio 2015
​Visita di governo e Commissione Ue, via ai primi rimborsi per i vivaisti. Ma Emiliano resiste.
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L’impegno è preciso: «Non permetterò il taglio di un solo ulivo del quale non sia stato dimostrato il contagio da Xylella », avvisa Michele Emiliano, governatore pugliese, al termine di una giornata convulsa. Per decifrare la quale occorre ragionare su due piani, quello 'strategico' e quello 'politico'. Quest’ultimo, ufficiale, è chiaro: tutti d’accordo sulla «catastrofe» (sebbene non si veda e non se ne abbiano riscontri scientifici), il Commissario europeo alla salute, il ministro delle Politiche agricole e il governatore. Gli ulivi salentini vanno tagliati. Sebbene non esista certezza che siano infetti da Xylella, anzi sebbene l’infezione sia stata riscontrata sull’1,78% delle piante campionate (e, per esempio solo su due dei cinque alberi analizzati sui sette tagliati a Oria ad aprile). È comunque «calamità naturale», come da decreto a firma del ministro Maurizio Martina, che stanzia undici milioni «per gli indennizzi agli agricoltori». Ministro che batte cassa con l’Ue: «All’Europa chiediamo un supporto ulteriore sulla ricerca e, soprattutto, altre risorse per gli indennizzi».  Emiliano sul 'Complesso del disseccamento degli ulivi' fa sapere che «daremo seguito ai provvedimenti, non possiamo più perdere tempo. Ieri aveva visitato alcuni uliveti nei quali la malattia «ha fatto progressi impressionanti, visibili a occhio nudo» e quindi lancia un appello «a sindaci, associazioni, ambienta-listi, affinché non si perda altro tempo, perché trascurare la strada più evidente per quelle meno evidenti sarebbe errore catastrofico». La svolta (sempre 'politica') di ieri nell’affaire Xylella c’è stata con la visita in Salento del Commissario Ue per la Salute, Vytenis Andriukaitis: «Quello che ho visto mi preoccupa – ha detto –. È una situazione che può espandersi, contagiare altre varietà. Abbiamo perso molto tempo e ogni giorno si mettono gli ulivi a rischio. Bisogna abbattere quelli ammalati per salvare gli altri. Un messaggio deve essere chiaro, bisogna agire tutti insieme». C’è poi l’altro piano, quello 'strategico'. Facile facile da intuire. Il Commissario sta a quanto gli ha raccontato il governo nostrano (malgrado quell’1,78%...) e alla direttiva Ue, il ministro Martina teme di fare passi indietro proprio rispetto a quella direttiva (di fatto provocata dalla sua relazione a Bruxelles) ed Emiliano che prova a mollare qualcosa sperando di salvare la barca pugliese. E così le 'trattative' erano cominciate fin dall’altro ieri sera...  Ma le associazioni sono intanto furiose. «Ho appena fatto in tempo a chiedere al Commissario se l’avessero portato a vedere le sperimentazioni e gli alberi guariti – racconta Antonia Battaglia di Peacelink, ong accreditata presso la Commissione Ue –. E a chiedere al ministro Martina dove fosse la calamità naturale. Sono stata fermata dopo un minuto. Il ministro ha alzato la voce e mi ha detto che vale la sua autorità». Rincara Luigi Russo, presidente del Centro servizi per il volontariato del Salento: «Emiliano deve andare a Bruxelles e perorare la causa della nostra terra, visto che il governo sembra aver deciso di procedere con le eradicazione senza se e senza ma», cioè «una strategia per movimentare soldi, arricchire pochi, impoverire molti e soprattutto per inventare un nuovo paesaggio...». 
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