lunedì 11 febbraio 2019
Per La Stampa il governo starebbe valutando l'opzione di usare le riserve auree, anche se la Bce sarebbe contraria. Matteo Salvini: «L'oro della Banca d'Italia è degli italiani, non è in prestito»
Roma, Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia

Roma, Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia

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Piovono smentite sull'ipotesi che il governo avrebbe allo studio la vendita di pare delle riserve auree della Banca d'Italia per scongiurare l'aumento dell'Iva nel 2020. A pubblicare la notizia è il quotidiano La Stampa, che cita fonti politiche e tecniche del Tesoro, secondo le quali che il governo starebbe valutando l'opzione di usare le riserve auree, anche se la Bce sarebbe contraria.

Le riserve in oro della Banca d'Italia a gennaio ammontavano a 90,8 miliardi di euro di valore, in rialzo dagli 88,4 miliardi del mese precedente, come afferma la pubblicazione "Banche e moneta" della stessa Banca d'Italia. Nessuno vuole metterci mano, assicura il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini: «L'oro della Banca d'Italia è degli italiani, non è in prestito. Poi per quel che mi riguarda resta lì». Lo stesso dice il ministro leghista delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio oggi dice di non aver mai sentito sollevare l'ipotesi di mettere mano ai lingotti custoditi dalla Banca d'Italia per evitare una manovra finanziaria correttiva e l'innesco delle clausole di salvaguardia. «Mai sentito parlar né in Consiglio dei ministri né in altre sedi politiche di mettere le mani sull'oro di Banca d'Italia - dice in un'intervista a Radio Capital - e non credo che in questo momento nessuno di noi abbia intenzione di andare a toccare Banca d'Italia».

Dalla Banca centrale europea arriva un no comment sulla vicenda. Ma dagli stessi ambienti della Bce trapela che è in arrivo risposta sulla proprietà dei lingotti. La polemica sulle riserve auree arriva peraltro in un momento delicato per Bankitalia. Domani il direttorio che si riunirà a Palazzo Koch per la tradizionale "collegiale" del martedì farà a meno del vicedirettore generale, Luigi Federico Signorini, il cui mandato scade oggi, e sulla cui riconferma pesano i dubbi della maggioranza di governo, che chiede discontinuità. L'esecutivo gialloverde contesta a Bankitalia che «se abbiamo centinaia di migliaia di risparmiatori sul lastrico - come dice il vicepremier Luigi Di Maio - a cui abbiamo dato 1,5 miliardi in legge di bilancio per risarcirli delle truffe che hanno subito, è anche perché chi doveva controllare non ha controllato». La sua assenza non mette comunque in difficoltà il processo decisionale di via Nazionale. Lo statuto di Palazzo Koch prevede che l'organismo funzioni a maggioranza. Con il governatore Ignazio Visco restano in carica il direttore generale Salvatore Rossi e gli altri due vicedirettori, Fabio Panetta e Valeria Sannucci. In caso di parità nei voti, recita la "Costituzione" di Bankitalia, quello del governatore "prevale".

Sul caso delle riserve auree comunque per Riccardo Molinari, parlamentare e capogruppo della Lega alla Camera, «Borghi non dice di vendere l'oro. Borghi dice una cosa molto più seria. Borghi chiede di sapere quell'oro di chi é. E quando ha fatto questa domanda i vertici di Bankitalia hanno risposto che devono chiederlo alla Banca Centrale Europea. E questo è gravissimo. Perché è evidente che quell'oro è l'oro della Banca d'Italia e dello Stato italiano».

Critiche sull'ipotesi arrivano dall'opposizione di centrodestra. «Difendere l'indipendenza della Banca d'Italia dai continui assalti del Governo - spiega Renato Brunetta deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia - significa difendere la credibilità del nostro intero sistema bancario e finanziario. Significa tutelare il risparmio dei cittadini e delle imprese, garantire il buon funzionamento del sistema europeo delle banche centrali e, di riflesso, dell'euro. In questi giorni, purtroppo, è in atto un tentativo senza precedenti da parte dell'Esecutivo giallo-verde di screditare l'istituzione di via Nazionale, accusata di essere la causa della recente crisi del sistema bancario italiano, proponendo l'azzeramento dei suoi vertici, per sostituirli con persone che godano della simpatia di Lega e Movimento Cinque Stelle. A questo, si è aggiunta l'assurda richiesta, fatta dall'onorevole della Lega Claudio Borghi, di trasferire l'oro depositato presso Bankitalia al Governo, in maniera da poterlo usare per evitare l'aumento dell'Iva». «Una proposta - aggiunge - del tutto folle, figlia dell'ignoranza, del populismo e della demagogia che, purtroppo, stanno diventando la norma, piuttosto che l'eccezione e, fortunatamente, fermata sul nascere dall'intervento della Banca Centrale Europea».

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