giovedì 7 aprile 2016
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Roma. L’idea riaccarezzata da Matteo Renzi di concedere anche ai pensionati con assegno minimo il bonus da 80 euro già distribuito ai lavoratori dipendenti incontra i primi scetticismi. Le perplessità arrivano innanzitutto dai sindacati, ma anche all’interno dello stesso governo le voci sono tutt’altro che all’unisono con il premier. Il primo a porre paletti è il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che si dice favorevole alla misura, ma avverte sulla necessità di rispettare l’equilibrio di bilancio, rimandando quindi ogni decisione alla prossima legge di Stabilità, dove dovrebbe essere teoricamente inserita anche qualche forma di flessibilità in uscita. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, parla di tempi ancora più lunghi. Gli 80 euro non sono una priorità immediata, afferma. Più genericamente il governo pensa a un sostegno alle pensioni basse da mettere in campo entro entro il 2018. Ma decisamente più drastica è la voce fuori campo di Enrico Zanetti. Il leader di Scelta Civica, che ricopre anche la carica di viceministro dell’Economia, è esplicito: «Si rischia di affiancare all’esasperato populismo di opposizione un populismo di governo di cui non abbiamo bisogno». Prima serve il calo delle tasse. Il grido comune in arrivo dalle sigle sindacali è «basta annunci». «Lo mettiamo nel capitolo annunci o nel capitolo 'siamo in difficoltà'?», ironizza il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, mentre Annamaria Furlan della Cisl e Carmelo Barbagallo della Uil chiedono un allargamento della platea dei potenziali destinatari. I sindacati chiedono interventi strutturali di riforma da inserire già nel Def in arrivo a giorni. Intanto le sigle dei pensionati hanno concordato una manifestazione unitaria per il 19 maggio, per rivendicare, tra l’altro, l’adeguamento pieno degli assegni al costo della vita. Le pensioni Enrico Zanetti, vice-ministro del Tesoro.
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