venerdì 8 settembre 2017
Quello in provincia di Pavia è l’incendio numero 250 in tre anni in un impianto. Parla il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta
Bratti: «Il fuoco risolve i problemi anche a nord»
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«Il fuoco risolve tanti problemi... soprattutto quando c’è da nascondere qualcosa». Ne è convinto Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Per questo, spiega, dopo l’incendio all’impianto Eco X di Pomezia dello scorso maggio, «ho fatto scrivere a tutte le Arpa per avere i dati degli incendi negli impianti di smaltimento e di trattamento dei rifiuti negli ultimi tre anni». Il risultato è preoccupante: ben 250 incendi, le regioni più interessate con una ventina di roghi sono Lombardia, Veneto e Toscana. Ma anche la Sardegna ha avuto 19 incendi e così Puglia e Lazio, dei quali ben 9 a Roma. E ci sono impianti che hanno avuto anche 2-3 incendi. «Dati comunque sottostimati – aggiunge il parlamentare Pd –. Il Veneto non ci ha ancora inviato i dati del 2017. Inoltre per ora abbiamo raccolto solo le segnalazioni delle Arpa perché sono quegli incendi di una certa consistenza per i quali sono chiamate a controllare la qualità dell’aria. Ora chiederò notizie ai Vigili del fuoco. E creeremo una banca dati. Abbiamo appena iniziato».

Quali impianti sono interessati?
Si va dagli impianti di smaltimento tipo discarica a impianti di selezione e trattamento a volte anche con rifiuti pericolosi, fino alle fosse degli inceneritori. Tanti sono impianti di selezione fioriti con l’aumento della raccolta differenziata. E questo sarà uno dei temi su cui dovremo lavorare.

Perché?
Paradossalmente, al contrario di quello che viene detto e cioè che il mercato della raccolta differenziata è alternativo a quello criminale dell’indifferenziato, in realtà non è così.

In che senso?
Nel momento in cui fare raccolta differenziata e quindi trattare materie come plastica, legno o carta è diventato un business e non un costo, gli imprenditori borderline o criminali si interessano sempre più a questo piuttosto che all’indifferenziato che di fatto è in mano alle strutture pubbliche. I criminali si interessano ai soldi.

Ma perché scoppiano incendi?
Il fuoco è come una pistola con la quale puoi uccidere per vari motivi. Il fuoco è uno strumento per risolvere problemi di varia natura. A volte può essere accidentale, a volta può essere accidentale/ colposo perché come spesso succede soprattutto agli impianti di selezione ritirano più roba di quello che sono stati autorizzati a ricevere e quindi si trovano in condizioni di pericolositá e in più non hanno gli impianti antincendio a posto, come ad esempio è successo a Pomezia. Altre volte può essere doloso perché l’imprenditore si riempie di roba prendendo i soldi, ma poi non sa come smaltirla, come piazzarla sul mercato. Così gli dà fuoco e risolve il problema, magari provando a spuntare soldi dalle assicurazioni.

E le mafie?
È più criminalità economica. Poi ci possono essere casi in cui i gestori sono personaggi vicini alle organizzazioni criminali.

Ricordiamo qualche caso?
L’incendio delle ecoballe dell’area di Giuliano che dovevano essere smaltite all’estero. Proprio quei lotti. Ma all’estero oggi non c’è mercato e non vengono ritirate e guarda caso hanno preso fuoco...

Coincidenza?
Ci sono tante strane coincidenze. E riguardano una criminalità collegata ad attività d’impresa spregiudicata. Che però rischia di fare gravi danni ambientali.

Come combatterla?
Non servono nuove norme. C’è invece il tema dell’efficienza e dell’efficacia dei controlli. Un impianto che seleziona carta e plastica che potenzialmente se gestito bene non inquina, se gestito da criminali che lo incendiano, diventa pericoloso. Ed è per questo che nel controllo di questi impianti è necessario che ci sia una collaborazione più stretta tra le Forze dell’ordine che conoscono questi personaggi e le Agenzie regionali ambientali.

È possibile?
In questo senso ho parlato col comando dei carabinieri forestali per vedere se siamo in grado di fare una specie di tavolo a livello nazionale per dare delle indicazioni ai territori sulle priorità di controllo. E ho avuto la massima disponibilità.

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