sabato 13 maggio 2017
I piccoli allievi di una quarta elementare di Finale Emilia a Ferrara per donare l'incasso ottenuto con la vendita di merendine sane a scuola a mamma Joy. All'epoca dei fatti di Gorino, era incinta
I bimbi di Finale Emilia insieme a Joy e al piccolo Michael

I bimbi di Finale Emilia insieme a Joy e al piccolo Michael

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Il gesto di solidarietà di 19 bambine e bambini di Finale Emilia a favore del piccolo Michael e di sua mamma Joy, una delle ragazze respinte sei mesi fa da Gorino, si è concretizzato giovedì pomeriggio nel Palazzo Arcivescovile di Ferrara.

Nella notte tra il 24 e 25 ottobre scorsi a 12 giovani profughe africane viene impedito di raggiungere la località nel Delta del Po che avrebbe dovuto accoglierle. L’evento suscita in buona parte dell’opinione pubblica un moto di sdegno, arrivando anche tra i banchi di una scuola di Finale Emilia, nel bolognese. La classe IV° D della Primaria "Castelfranchi", riflettendo insieme alle maestre su quei drammatici avvenimenti e sul fatto che una delle ragazze, la 20enne Joy Andrew, portasse in grembo il piccolo Michael (nato circa due mesi dopo, il 12 dicembre, all’Ospedale di Cona, vicino a Ferrara), ha pensato a un gesto di concreta carità. Gli alunni hanno, infatti, deciso di donare a Joy e Michael i soldi risparmiati in due mesi grazie all’acquisto condiviso, col progetto "Merenda sana", di alimenti più indicati al posto delle merendine. Il denaro è stato quindi donato al Servizio accoglienza alla vita di Ferrara perché lo utilizzi per l’acquisto di vestiario e prodotti di prima necessità per Michael.

I doni nelle mani di Joy: libri, giocattoli e vestitini

Nel Palazzo Arcivescovile, alla presenza dell’amministratore apostolico monsingor Luigi Negri gli alunni, accompagnati dalle insegnanti Antonella Diegoli, Katia Petruzzella e Antonella Barone, hanno donato a Joy anche un beauty case, un’icona da viaggio e un rosario da polso e a Michael tre libri, un giocattolo, un vestitino e un braccialetto, oltre ad alcuni bigliettini con i loro pensieri. Negri ha invece ricevuto in dono, dalle mani di Luca, figlio del Pastore della Comunità rumeno-ortodossa di Finale, una riproduzione di un’icona bizantina e da Malak, bimba araba di famiglia musulmana, una cornice e da Francesco, che da grande sogna di diventare frate, il volume "Le sette Chiese" dedicato al terremoto del 2012.

Negri ha elogiato i bambini: «Avete sentimenti buoni e grandi nel cuore, grazie anche a persone che vi hanno educato e aiutato nel farli crescere. Sono gesti come il vostro che trasformano l’ostilità del mondo in amicizia. Continuate ad avere quest’apertura verso le persone che incontrate, soprattutto quelle che vivono condizioni difficili. Siate sempre limpidi, senza pregiudizi, buoni e aperti».

Ora manca solo papà Lamin. Che è ancora in Libia

Joy vive insieme ad altre nove donne in uno degli appartamenti in città messi a disposizione dall’Associazione Viale K. Per più di dieci ore alla settimana segue due corsi, uno di cucina e uno di lingua italiana. La sua speranza è, ora, di poter riabbracciare il marito e padre di Michael, Lamin, rimasto bloccato in Libia nove mesi fa mentre la moglie incinta si imbarcava verso il nostro Paese. Solo un mese fa Lamin è riuscito ad arrivare in Italia: ora si trova vicino Roma, sta bene e a breve si ricongiungerà col figlio che non ha ancora potuto vedere.

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