giovedì 18 agosto 2016
Mongolfiera con dedica del clan per la festa patronale di Valenzano, l'arcidiocesi di Bari-Bitonto: «Atto blasfemo». Il parlamentare del Pd, Ginefra, ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno per far luce sulla vicenda.
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«Dolore e condanna» per la «deprecabile vicenda accaduta durante la recente festa del santo patrono in Valenzano» vengono espressi dalla arcidiocesi di Bari-Bitonto, che manifesta la «propria totale estraneità all'accaduto, insieme a quella del parroco». Il riferimento è alla dedica apparsa su una mongolfiera («Famiglia Buscemi. Viva san Michele, viva san Rocco») pagata dal clan Buscemi, ritenuto legato al clan mafioso Stramaglia. L'arcidiocesi di Bari-Bitonto - prosegue la nota - «esprime piena fiducia negli organi inquirenti affinché sia fatta piena luce sulla triste vicenda. Auspica che la magistratura possa poi intervenire secondo giustizia». «Nel ribadire - aggiunge - che è sempre un atto blasfemo e motivo di scandalo quello di infiltrare messaggi criminali in manifestazioni religiose, la Chiesa di Bari-Bitonto si dissocia fermamente dall'opera di chi non ha nulla a che vedere con la sana religiosità popolare. Dio abbia misericordia di quanti sbagliano e sostenga i sani propositi delle persone buone». Che cosa è successo a Valenzano nella festa del patrono San Rocco il 16 agosto? «Viva san Michele, viva san Rocco». Firmato, famiglia Buscemi. Cioè uno dei clan più potenti del Barese. Il messaggio spuntato sulla mongolfiera fatta volare per festeggiare il patrono di Valenzano non è andato giù al parlamentare del Pd Dario Ginefra, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano per far luce sulla vicenda. «La famiglia Buscemi ha fatto mettere un messaggio con dedica sulla mongolfiera che viene lanciata, tradizionalmente, in occasione della conclusione dei festeggiamenti del 16 – denuncia Ginefra –. Si tratta di una sponsorizzazione da parte del clan omonimo?». Un interrogativo cui bisognerà dar risposta in fretta, secondo l’onorevole, che ha aggiunto di aspettarsi una presa di distanza dalle autorità civili e religiose. La risposta del sindaco di Bari Antonio Decaro (Pd) non si è fatta attendere: «ha fatto bene il deputato Ginefra ad accendere i riflettori su quella che sembra essere una brutta storia, una di quelle che purtroppo, ciclicamente, si ripetono, e vedono le famiglie legate alla criminalità organizzata locale sfruttare anche occasioni di festa e di sentimento religioso per affermare, indirettamente, la propria presenza sul territorio».  Secondo Decaro, bisogna «tenere alta l’attenzione su tutti gli episodi, anche apparentemente marginali, che consentono a questi personaggi di fare sfoggio di potere grazie all’impiego del denaro o l’utilizzo di canali privilegiati. Quello che i malavitosi fingono di non sapere – ha concluso il sindaco – è che nella nostra terra non è più tempo di inchini durante le processioni, e che, come è accaduto a Bari durante la festa di San Nicola, la comunità ecclesiale è al fianco degli enti locali che combattono il potere criminale in tutte le sue espressioni, anche quelle apparentemente innocue o folkloristiche».
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