venerdì 13 maggio 2016
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ROMA Sulle unioni civili non è stata scritta l’ultima parola. Non lo pensano, almeno, le opposizioni di centrodestra, che - ritrovando compattezza, con l’apporto anche di due parlamentari di maggioranza, in dissenso dentro Area popolare - pensano a un referendum parzialmente abrogativo, salvando solo i diritti previsti per i conviventi, che sarebbero così accordati tanto alle coppie gay tanto a quelle 'etero'. Seduti uno accanto all’altro i parlamentari Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea; Maurizio Gasparri, Lucio Malan e Antonio Palmieri di Forza Italia; Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni della Lega; Francesco Bruni e Lucio Tarquinio dei Conservatori e Riformisti, Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia. Per Ap ci sono il senatore Maurizio Sacconi e il deputato Alessandro Pagano. «Parola al popolo sovrano. #ciricorderemo », c’è scritto su un foglio. «C’è chi festeggia con la bandiera arcobaleno, noi non intendiamo alzare bandiera bianca», dice Quagliariello. «Il comitato - aggiunge - depositerà il quesito appena la legge sarà promulgata, se non ci saranno obiezioni dal capo dello Stato». Sarà presieduto da Eugenia Roccella, «aperto a ogni apporto politico, ma soprattutto alla società civile». Anche una risposta a Renzi e «un’ipotesi di alternativa», auspica Quagliariello. La prospettiva non piace, però, ai deputati di Demos- Cd Gian Luigi Gigli e Mario Sberna, che non hanno votato la fiducia, annunciando in un primo momento l’adesione. Ma ora dicono: «Un’iniziativa per fini di schieramento politico non fa per noi. Ritenevamo che si volesse promuovere un referendum per abrogare parte della legge sulle unioni civili. Se qualcuno dei promotori vuole metterci sopra il cappello del centrodestra, che in parte lamentano - ha incoerentemente votato a favore del ddl, evidentemente ci siamo sbagliati». Viceversa Sacconi e Pagano aprono un fronte con Ap, che ha votato la legge, e aderiscono convinta- mente all’iniziativa. Con il quesito, spiega Quagliariello, «non si chiede di abolire la legge ma alcuni suoi articoli, quelli che creano discriminazione fra l’ipotesi di convivenza di coppie eterosessuali e quella fra coppie omosessuali. Si arriva all’assurdo che la reversibilità è riservata solo alle unioni fra persone dello stesso sesso». Salterebbero in sostanza 35 punti del maxi-emendamento, compresa la delega al governo. Nonostante nel testo non siano previste le adozioni, si farà presto a capire - si dicono convinti i proponenti - che c’è lo stesso un chiaro via libera. «Solo nell’ultimo mese - denuncia Roccella - ci sono state 5 sentenze che aprono alle adozioni gay, già sulla sola spinta dell’approvazione del Senato ». E, ricordano Gasparri e Giovanardi, «gli italiani in tutti i sondaggi si sono detti nettamente contrari alle adozioni gay». Di «legge incostituzionale » parla il leghista Centinaio. Un referendum «contro una visione dell’uomo che avanza e che il governo aveva promesso di contrastare», lamenta Sacconi, in sintonia con Pagano. «Siamo aperti a tutti quelli che non hanno votato o hanno votato col mal di pancia - dice Palmieri di Fi -. Visto che si era parlato di libertà di coscienza daremo a tutti l’occasione di ripulirsela. Angelo Picariello © RIPRODUZIONE RISERVATA Le adesioni
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