martedì 26 novembre 2019
L’Istituto Pio XII, eccellenza nella cure dei bambini, salvo fino a dicembre 2020. L’appello alle Regioni
Grazie ai fondi stanziati da Veneto ed Emilia Romagna le attività potranno proseguire per un altro anno: «Poi però servirà l’impegno di altre istituzioni». L’Istituto Pio XII di Misurina

Grazie ai fondi stanziati da Veneto ed Emilia Romagna le attività potranno proseguire per un altro anno: «Poi però servirà l’impegno di altre istituzioni». L’Istituto Pio XII di Misurina

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Il Pio XII non chiuderà. Almeno fino al 31 dicembre 2020. L’istituto di Misurina per la cura delle ma-lattie respiratorie infantili gestito dall’Opera diocesana San Bernardo degli Uberti di Parma registrerà per quest’anno una già prevista perdita attorno agli 800mila euro a causa del calo di presenze dei pazienti.

Calo non dovuto però al ridursi delle diagnosi di asma (in aumento soprattutto tra i minori, a causa dell’inquinamento), ma alle trafile burocratiche che rendono difficoltoso per pediatri e famiglie ottenere l’autorizzazione all’accesso alla struttura. Grazie principalmente all’impegno della regione Veneto, che a fine ottobre ha stanziato 1,2 milioni per il budget dell’Istituto, la speranza però si è prolungata. Anche se «l’Opera diocesana – hanno comunicato ieri dalla sede parmense il presidente Roberto Arduini e la direttrice generale del Pio XII, Elena Cardinali – non è in grado di stimare l’entità delle future presenze e dei ricavi derivanti dalle prestazioni effettivamente erogate».

Già ottenute la conferma dell’accreditamento istituzionale, la garanzia del budget per il prossimo triennio e una semplificazione delle procedure, ma nulla di certo riguardo la prosecuzione dell’attività di cura nel medio-lungo termine. «In realtà – ha aggiunto Cardinali – siamo molto fiduciosi che il percorso abbia sviluppo positivo. La novità di oggi giunge dalla regione Emilia-Romagna, che si è avvicinata al Veneto deliberando a favore dell’Istituto, per le sue peculiarità. Speriamo che da qui parta un coinvolgimento di tutte le Regioni», che generi il ritorno (e finalmente le attese nuove partenze) dei bambini a Misurina.

«Attualmente i pazienti fissi sono 5-6 (quelli che vi frequentano anche la scuola), più quelli che fruiscono dell’attività ambulatoriale e di ricoveri medio-brevi (durata massima due settimane) accompagnati dalle famiglie». Il turn-over dei piccoli è abbastanza frequente. Non quello del personale: «I dipendenti a tempo indeterminato – illustra Cardinali – ad oggi sono undici. Ovviamente restano, e saranno riconfermati quelli con contratto in scadenza a fine 2019. Se abbiamo scelto di continuare è perché pensiamo e vogliamo credere che ci sarà un 2020 tanto positivo da dover integrare parte del personale.

Proprio in quest’ottica alcuni investimenti sono già stati messi in preventivo». Il potenziamento dipenderà dagli ingressi, la vera incognita. «Insieme a noi, tutte le parti coinvolte devono crederci. Fino ad oggi abbiamo garantito ogni servizio. Come organico non siamo sottodimensionati ». Al contrario, «siamo pronti ad accogliere, gestire, far fare riabilitazione a 20-30 bambini al giorno. Aspettiamo intanto che arrivino questi, così che dipendenti e collaboratori possano “dare sfogo” alla loro voglia di curare ed educare».

Al di sotto di questi livelli d’organico, «per coprire h24 il servizio infermieristicosanitario, non si può andare». Ci si poteva aspettare qualcosa di più dalle istituzioni? «Difficile dirlo – commenta il presidente Arduini –. Noi abbiamo ricevuto promesse. Ora dobbiamo capire se saranno mantenute. Bisogna quantificare. Noi scommettiamo di sì, ma non dipende da noi; o meglio, non solo da noi. Ma siamo ottimisti. Lo siamo per definizione, è nella nostra mission. Ma occorre capire cosa faranno gli altri». «Un’altra speranza – si inserisce nel finale Cardinali – è che ad affiancare Veneto ed Emilia-Romagna giunga la Lombardia, già nel corso di novembre».

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