mercoledì 20 marzo 2013
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«Sono tornato subito in campo perché la situazione è grave...». Parte con un messaggio del Cavaliere inviato via mail «ai 250mila utenti registrati su forzasilvio.it», la mobilitazione permanente del popolo del Pdl, che prenderà forma nella maxi-manifestazione, convocata per sabato alle 15 in piazza del Popolo a Roma, «contro l’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria». Oggi Angelino Alfano la illustrerà alla stampa. E c’è chi promette: riempiremo di sostenitori duemila pullman. Nel chiamare a raccolta le truppe, Silvio Berlusconi manifesta «preoccupazione» per «la situazione economica e sociale: i disoccupati continuano ad aumentare; nel 2012 hanno chiuso mille imprese al giorno; le nuove tasse volute da Monti strangolano famiglie e imprese». Per «uscire dalla recessione», scrive il Cavaliere, occorrono «interventi forti, decisi e precisi» e «solo un governo esperto, stabile e autorevole che scaturisca da un accordo tra il Pd e la nostra coalizione può realizzarle». Frasi esplicite, con cui Berlusconi manda l’ennesimo segnale di fumo a Pier Luigi Bersani: «Ci siamo dichiarati disponibili a questo accordo, ma in cambio abbiamo ricevuto insulti, disprezzo, presidenti di sinistra alla Camera e al Senato, il rifiuto di una intesa su un presidente della Repubblica di garanzia». Una «occupazione militare» che «contraddice quanto promesso da Bersani durante la campagna elettorale. Non possiamo accettarlo», ripete il leader del Pdl. Da qui, la scelta di alzare l’intensità della protesta: «Continueremo una mobilitazione permanente nelle istituzioni, nelle piazze, nei media». Una strategia a tutto campo, che parte da Internet, spiega il deputato Antonio Palmieri: «Continueremo con l’azione massiccia sul web, già intensificata durante la campagna elettorale». Nel partito, resiste la convinzione che l’essai bersaniano di dar vita a un esecutivo, anche con eventuali stampelle di montiani e grillini, «fallirà miseramente». Bisogna tenersi pronti, ripete il Cavaliere al suo stato maggiore, perché probabilmente «si andrà diritti al voto». La ciambella di salvataggio potrebbe essere un governo del presidente o di larghe intese, col Pdl favorevole a patto che abbia «un premier <+corsivo>super partes<+tondo>» e ministri politici» (o anche, dice qualcuno, un governo di scopo sostenuto da Pd-Pdl-Monti e guidato da figure come Corrado Passera). Di parere analogo il Carroccio, il cui segretario Roberto Maroni, annunciando la partecipazione "congiunta" Pdl-Lega alle consultazioni sul Colle, conferma la saldezza dell’asse del Nord.Ma c’è un’altra partita nei pensieri di Berlusconi, quella per la successione al Quirinale: una prorogatio di Giorgio Napolitano resta l’ipotesi più auspicata, ma il presidente in persona l’ha più volte esclusa. La delegazione Pdl-Lega potrebbe tornare alla carica nelle consultazioni di giovedì mattina, ma ci sarebbe pure un piano B: «Non digeriremo un candidato come Prodi, voluto solo dal centrosinistra - ragionano nel Pdl -. Stiamo pensando a una rosa di nomi: personalità di alto profilo, che hanno portato lustro al Paese e che possano aggregare un consenso trasversale».
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