venerdì 28 maggio 2010
COMMENTA E CONDIVIDI
«Come primo ministro non ho mai avuto la sensazione di essere al potere, quando ero imprenditore e avevo 56mila collaboratori avevo la sensazione di avere del potere. In una vera democrazia sono al servizio di tutti, tutti mi possono criticare e magari anche insultare. Chi è in questa posizione non ha veramente potere», dice Silvio Berlusconi. Poi, all’improvviso, tira in ballo i diari di Mussolini, letti «recentemente»: «Oso citarvi una frase di colui che era considerato come un grande dittatore: "dicono che ho potere, ma io non ho nessun potere, forse ce l’hanno i gerarchi, ma non io. Io posso solo decidere se far andare il mio cavallo a destra o a sinistra, ma nient’altro"...». Al fianco del presidente del Consiglio c’è il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Berlusconi lo guarda e va avanti: «...Lo stesso succede a me, tanto che tutti hanno il diritto sia di criticarmi che di insultarmi... Quindi il potere se esiste non esiste addosso a coloro che reggono le sorti dei governo dei vari Paesi». In sala tutti i cronisti si interrogano: chi sono i gerarchi di Berlusconi? Chi sono quelli con potere? Forse il premier pensa a Giulio Tremonti? Berlusconi non chiarisce, ma dall’Italia rimbalzano sulle agenzie di stampa alcuni retroscena che chiariscono i pensieri del premier sul ministro dell’Economia: «È un tecnico geniale con competenze indiscutibili, ma io ho voti e consenso».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: