mercoledì 11 maggio 2016
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Centinaia di braccianti vessati da coppia pachistana Li chiamavano «negri», li minacciavano e intimidivano ogni giorno. Arrivati in Italia alla ricerca di un lavoro e di un futuro più sereno, centinaia di immigrati, in prevalenza pakistani e provenienti dall’Africa sub-sahariana, sono finiti all’inferno nel cuore del distretto vitivinicolo del Chianti, in Toscana, come documentato anche dalle telecamere nascoste nei campi. Secondo l’inchiesta della Procura di Prato, avviata dalla denuncia di due profughi, il loro aguzzino era un caporale pachistano, Tarik Sikander che, insieme alla moglie, li caricava ogni mattina alle 5,30 per portarli nelle campagne, dove lavoravano anche dodici ore al giorno per quattro euro l’ora. Con la coppia, che aveva assoldato in questo modo più di 150 lavoratori irregolari, collaboravano anche tre professionisti di Prato (commercialisti e consulenti del lavoro), finiti tra i dodici indagati dalla Procura per sfruttamento di lavoratori stranieri irregolari. A scoperchiare il turpe traffico di disperati, un’operatrice della Fondazione Opera Santa Rita, che ospita i migranti nell’ex-scuola Santa Caterina. «Un giorno – ricostruisce Nicoletta Ulivi, coordinatrice dell’accoglienza dei profughi – al momento del pranzo mancavano contemporaneamente una quarantina di ospiti, che tornarono poi la sera molto stanchi, affamati e sporchi di terra. La stessa situazione si è ripetuta il giorno seguente. Così – continua Ulivi – abbiamo subito convocato una riunione d’emergenza con tutti i richiedenti asilo e i mediatori per farci spiegare cosa stesse succedendo ». Dopo la riunione «due giovani sono entrati nel mio ufficio e mi hanno raccontato tutto, comprese le minacce e le violenze subite», ricorda Nicoletta Ulivi. Immediatamente, prosegue la ricostruzione, prefettura e questura sono state avvisate e qualche giorno dopo i due richiedenti asilo sono stati accompagnati in questura a depositare una denuncia da cui sono scattate le indagini della polizia. «Questa inchiesta – sottolinea il segretario generale della Cisl di Firenze- Prato, Roberto Pistonina – conferma che il caporalato in Italia è un fenomeno esplosivo, che propagandosi riduce i diritti di chi lavora a vantaggio dei più disonesti e spregiudicati che sono i nuovi schiavisti ». Duro il commento del sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che definisce «vergognoso e inaccettabile», il coinvolgimento di tre professionisti pratesi nel traffico di lavoratori immigrati gestito dal caporale pachistano, mentre il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, punta il dito contro gli agricoltori che si servono dei caporali. Paolo Ferrario © RIPRODUZIONE RISERVATA
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