domenica 9 agosto 2015

Nove migranti su dieci approdati quest'anno in Italia sono partiti dalla Libia
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In attesa che la comunità internazionale decida come mettere riparo all’emergenza, dalla tormentata Libia del post Gheddafi partono ormai 8 barconi su 10 fra quelli diretti verso l’Italia, con a bordo il 91% dei migranti in arrivo, a fronte di una riduzione di quelli provenienti dalle coste di altri Paesi come Tunisia, Turchia, Grecia o Egitto. Non solo: nel 2015, rispetto all’anno prima, i profughi in fuga dal conflitto in Siria non sono più la maggior quota di presenze sui natanti, ma solo la quinta, preceduti da eritrei, nigeriani, somali e sudanesi. Lo indicano i dati visionati da Avvenire,  raccolti e verificati con certosina pazienza dopo ogni sbarco dagli organismi investigativi agli ordini del ministero dell’Interno, guidato da Angelino Alfano. 460 migranti al giorno. Fra il 1° gennaio e il 6 agosto di quest’anno, i barconi carichi di migranti provenienti dalla Libia (soprattutto, confermano fonti investigative, «dalla zona costiera di Al Zuwarah») e diretti in Italia sono risultati 568 sui 672 totali, cioè l’84%, con a bordo un totale di 89.741 migranti, ossia il 91% dei 98.371 sbarcati fino al 6 agosto. Percentuali in crescita, come si può notare, rispetto a quelle relative all’intero 2014, quando i barconi partiti dalla Libia erano stati 826 su 1.111 (74%), con a bordo 141.484 persone, ossia l’83% dei 170.100 migranti sbarcati in totale. Più in generale, la media giornaliera degli arrivi si mantiene simile: erano state 466 persone al giorno nel 2014, sono 460 quest’anno (calcolate sulle 100. 373 sbarcate fino al 7 agosto secondo la Guardia costiera). Milizie libiche nell’affare. Inizialmente, da quando la Libia è lacerata politicamente e militarmente, le milizie e le bande locali attive sulla costa si erano limitate a lucrare su alcuni aspetti della tratta, come la 'custodia' nei mezrha (cortili o capannoni fatiscenti) di gruppi di migranti in arrivo da altri Paesi o a incassare mazzette sul loro 'rilascio' dalle carceri, anche grazie al presunto aiuto di poliziotti o militari corrotti. Indizi su quel tipo di partecipazione erano emersi in alcune telefonate di trafficanti eritrei, relative all’estate del 2014, intercettate in indagini del Servizio centrale operativo della Polizia, diretto da Renato Cortese. Un anno dopo, lo scenario potrebbe essersi modificato: «Recenti riscontri confermano un maggior coinvolgimento di cittadini libici direttamente nella messa in mare dei migranti», osserva Vincenzo Nicolì, dirigente della II sezione dello Sco. Negli ultimi sbarchi sono stati individuati diversi scafisti libici, compresi tre dei cinque presunti aguzzini alla guida dell’ultimo barcone naufragato, fermati venerdì dalla Mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti: i 21enni Suud Mujassabi e e Shauki Esshaush e il 26enne Abdullah Assnusi. Profughi: meno siriani, più eritrei. Se nel 2014, a bordo di gommoni e vecchi pescherecci arrivavano in Italia soprattutto profughi siriani, tutti potenzialmente richiedenti asilo (42.323, a fronte di 34mila eritrei, quasi 10mila maliani e 9mila nigeriani), nel 2015 la situazione è cambiata. Il flusso dalla Siria si è molto ridotto (o ha cambiato destinazioni e forme di viaggio) e, fino al 6 agosto, la prima nazionalità risulta eritrea (26.715 arrivi), la seconda nigeriana (12.009), seguono Somalia (7.629), Sudan (5.704) e quindi Siria (5.593). Collaborazione con Turchia, Egitto e Tunisia. Riguardo ad altri Paesi, il calo delle partenze è anche dovuto a collaborazione investigativa e diplomatica efficace. A fronte del 'buco nero' libico («Continuano a non esserci organi inquirenti attendibili con cui poter scambiare informazioni», lamentano fonti italiane), sono emblematici i casi della Turchia (nel 2014 10.340 migranti su 56 barconi; nel 2015, finora 2.103 su 21 scafi), dell’Egitto (15.283 su 59 barche, ora scesi a 5.271 su 20) e Tunisia (da 1.297 persone su 102 gommoni si è scesi a 354 su 29). Rimpatriabili, metà ancora in Italia. Al momento, i richiedenti asilo presenti in Italia sarebbero 93mila. E su 13.787 stranieri irregolari individuati nei primi 6 mesi del 2015, 6.527 sono stati allontanati dall’Italia, mentre gli altri 7.260 non sono stati ancora rimpatriati (un calo rispetto al primo semestre del 2014, quando si registrarono 7.006 rimpatri). Il dato è reso noto da Poliziamoderna, mensile edito dal Dipartimento di Ps, da dove arriva un’altra conferma: una volta sbarcati molti migranti, specie siriani ed eritrei, continuano a cercare di non farsi fotosegnalare in Italia. Un tentativo, non nuovo, di sfuggire al regolamento di Dublino che precluderebbe loro di fare domanda di asilo in altri Paesi europei, come la Germania, dove preferirebbero andare.
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