mercoledì 9 dicembre 2020
Nel dossier dell'associazione i dati preoccupanti dell'Anac, forze dell'ordine e magistratura. I rischi legati all'emergenza Covid. Don Ciotti: "Serve un cambiamento profondo e radicale".
Libera, il 13% della corruzione è nella sanità e la pandemia la favorisce
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Negli ultimi tre anni il 13% degli episodi corruttivi ha riguardato il settore della sanità. Ma ora con l'emergenza Covid-19 c'è il rischio che vada molto peggio. Dall’inizio della pandemia al 17 novembre, secondo Autorità nazionale anticorruzione (Anac), sono stati messi a bando per affrontare la crisi sanitaria oltre 14 miliardi di euro. Soldi spesi per l’acquisto massiccio di servizi e forniture, dalle mascherine ai banchi di scuola, attraverso procedure straordinarie. A fronte di questia enorme cifra le stazioni appaltanti hanno comunicato soltanto importi aggiudicati per 5,55 miliardi. Per oltre il 60% non si sa nulla. Non si sa cioè se siano stati erogati o meno, in che forme, per farci che cosa. In poche parole, non se ne ha traccia, nonostante la normativa relativa alla trasparenza amministrativa. Sono alcuni dati presentati da Libera e lavialibera, la rivista dell'associazione in un dossier dal titoloInSanità. L’impatto della corruzione sulla nostra salute” in occasione della Giornata Internazionale contro la corruzione. Il dossier attraverso documenti istituzionali, dati delle forze dell'Ordine, delle inchieste giudiziari e con due focus sulla percezione della corruzione in ambito sanitario, punta ad accendere la luce su alcune delle condotte che maggiormente espongono il mondo dell’assistenza alla salute.

"Lo scenario offerto da questo dossier sull’impatto della corruzione in ambito sanitario - commenta il presidente di Libera, don Luigi Ciotti - cioè sul prezzo pagato in termini di vite non salvate a causa dell’idolatria del denaro e del profitto, non è che una conferma di come il Covid-19 abbia trovato terreno fertile in altri due virus storici di cui non ci si è mai abbastanza occupati in sede politica, economica e anche civile. Virus a cui troppi si sono assuefatti come se fossero “normali”, in una convivenza irresponsabile, distruttiva e, alla lunga, autodistruttiva. Parlo ovviamente della corruzione e delle mafie, i principali parassiti del bene comune, mali in combutta che da decenni, se non secoli, ledono il nostro tessuto sociale, la dignità, il lavoro e le speranze di tanti".

Secondo i dati dell'Anac la corruzione ha riguardato forniture di farmaci, apparecchiature mediche, strumenti medicali e servizi di pulizia. L'8% dei 430 illeciti segnalati all'Anac dai whistleblower, i soggetti che volontariamente segnalano un illecito, in particolare nel settore pubblico, hanno riguardato il settore sanitario: nomine irregolari, malagestione di reparti ospedalieri o strutture distaccate, appalti irregolari, “malasanità”, favori ai pazienti da parte dei medici, false invalidità, ospedalizzazioni irregolari, favori elettorali in cambio di prestazioni mediche. Secondo il rapporto "il dilagare dell'illegalità nella filiera sanitaria si alimenta quasi sempre anche grazie alla connivenza della cosiddetta “zona grigia”, fatta di colletti bianchi, funzionari e tecnici compiacenti, imprenditori e politici corrotti". Quali i motivi? "In primo luogo, in ambito sanitario sono allocate ingenti risorse economiche, che si traducono anche in appalti per forniture di materiale sanitario e assunzioni. In secondo luogo, quello sanitario è un settore sensibile a diverse forme di condizionamento esterno e rappresenta uno strumento per mantenere il consenso e il controllo del territorio. Uno strumento di consenso di cui si serve molto anche la politica. In terzo luogo, nel settore sanitario si creano opportunità per creare rapporti cooperativi, collusivi e corruttivi che coinvolgono il settore privato, tra imprenditori, professionisti, cliniche private, centri diagnostici, farmacie, società farmaceutiche, in una rete di relazioni nelle quali molteplici attività irregolari, informali e illegali si saldano tra di loro".

Ma, come detto, l'emergenza pandemica aumenta i rischi. I dati di un’indagine conoscitiva condotta da Anac in relazione agli affidamenti di forniture di dispositivi di protezione nel periodo marzo-aprile 2020 conferma a pieno la sussistenza di criticità, sprechi, inefficienze, evidenziando come gli affidamenti di forniture di mascherine abbiano presentato in circa un caso su due varie tipologie di criticità con particolare riferimento al mancato rispetto dei tempi di consegna segnalato per circa il 25% degli affidamenti. Nel 5% dei casi si sono inoltre registrate negative verifiche del possesso dei requisiti da parte degli aggiudicatari. Eppure l’emergenza sembra giustificare la tolleranza diffusa da parte degli enti pubblici e questo è "brodo di coltura di frodi e pratiche corruttive". Così soltanto in 7 casi su 311 c'è stato il ricorso all’applicazione di penali o risoluzioni contrattuali e un solo caso di segnalazione all’Anac di esclusione. Ciò significa che nel 97,5% dei casi, pur in presenza di anomalie evidenti, gli enti pubblici non sono stati in grado di rilevarle o le hanno ignorate.

Fenomeni che i cittadini non ignorano come conferma l'indagine sulla percezione delle mafie e della corruzione, anche alla luce dell’emergere della pandemia, condotta a novembre da Libera e Demos su un campione di 995 persone. Per l'81 % degli intervistati "la corruzione in politica è lo specchio della società italiana" e solo il 17% non lo ritiene. Opinione prevalente del Nord Est (83%) e del Sud/isole (84%), tra gli elettori della Lega (95%) e del M5s (88%). Il 71% degli intervistati ritiene che con "l’emergenza Covid-19 la corruzione in Italia si sta diffondendo ancora di più". Percentuale che cresce tra gli elettori della Lega (88%) e Forza Italia (79%). L’ultima parte del dossier di Libera è dedicata al questionario “Corruzione in Sanità” promosso dallo Small Working Group “Mafia e Corruzione in Sanità” del SISM – Segretariato Italiano Studenti in Medicina – APS. L’inchiesta è stata rivolta a studenti e neolaureati in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Professioni Sanitarie in varie università italiane su un campione di 1.498 tra studenti e neolaureati. Nonostante la maggior parte dei partecipanti alla indagine ritenga la corruzione un problema di entità grave (71,8%), il 10% del campione crede che la corruzione sia accettabile quando non crea danno o quando è finalizzata al raggiungimento di un obiettivo. E si arriva al 49% di chi ritiene un motivo valido l'ottenimento di un posto di lavoro.

"Urge allora - è l'appello di don Ciotti - quel cambiamento profondo, radicale, che la pandemia non solo suggerisce ma impone. Bisogna fare insomma della crisi una sorta di positivo “agente provocatore”, perché, come dice Papa Francesco, "peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla". Di fronte a dati impressionanti come quelli del presente rapporto bisogna non solo pensare “mai più come prima!”, ma trasformare il pensiero in impegno risanatore e rigeneratore, nella costruzione, il più possibile comune, di un mondo finalmente a misura di persona, di dignità e di vita"..

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