giovedì 4 aprile 2013
​In carcere Domenico Temperini, ai domiciliari padre Franco Decaminada e Antonio Nicolella. Le indagini sono legate al dissesto finanziario dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata. Sequestrato un immobile in Toscana dal valore di un milione di euro. (Vincenzo R. Spagnolo)
La congregazione: noi siamo parte lesa
COMMENTA E CONDIVIDI
Quattordici milioni di euro sottratti «fraudolentemente», tre ordinanze d’arresto per altrettanti indagati e dieci persone denunciate a piede libero. È l’esito di un’inchiesta della procura di Roma, affidata alla Guardia di Finanza, sul dissesto finanziario dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata, struttura d’eccellenza della sanità capitolina. L’indagine, denominata «Todo modo», era partita dopo la presentazione di diversi esposti «anche anonimi» e la «messa in onda, il 22 aprile 2012, di una puntata di <+corsivo>Report<+tondo> sul grave dissesto degli istituti sanitari dell’Idi e del San Carlo di Nancy». Le investigazioni (guidate dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dai pm Giuseppe Cascini e Michele Nardi e condotte dai militari del generale Giuseppe Bottillo) hanno ricostruito le operazioni di «prelevamento di risorse» in danno delle casse dell’Idi e di quelle della «Provincia italiana della Congregazione dei figli dell’Immacolata Concezione», ente ecclesiastico giuridicamente riconosciuto, proprietario anche del San Carlo e di un’altra struttura, Villa Paola. E dopo aver riscontrato la presenza di somme «trasferite fraudolentemente» in favore di due società («Elea formazione professionale scrl, poi fallita, ed Elea Spa») e da queste ad una terza («Gi. Esse. Info service Srl»), ipotizzano che il denaro sparito sia finito nella disponibilità materiale di alcuni indagati.Ieri mattina, su disposizione del Gip del tribunale di Roma Antonella Capri, sono stati eseguite 14 perquisizioni e tre arresti a carico degli imprenditori Domenico Temperini (53enne laziale già amministratore di Idi-Farmaceutici e direttore generale pro-tempore del comparto Idi-Sanità, finito in carcere) e Antonio Nicolella (58enne campano membro del consiglio di amministrazione della società lussemburghese «Ibos II Sa» e socio di un’omonima società congolese, ai domiciliari) e del 68enne padre Franco Decaminada, consigliere delegato dal Superiore provinciale dal 2004 al 2011 per la gestione del comparto Idi-Sanità. Era a Soiano sul Lago di Garda, nel Bresciano, quando i finanzieri gli hanno notificato l’ordinanza di custodia. Dovrà restare ai domiciliari nella sua abitazione romana, in zona Bravetta: il Gip gli ha imposto il «divieto di intrattenere, con qualsiasi mezzo, rapporti anche telefonici con persone diverse da quelle conviventi». I finanzieri hanno anche sequestrato un casale, denominato "Ombrellino", a Magliano in Toscana (GR), valore oltre 1 milione di euro, acquistato, in massima parte, «con denaro provento di reato», attraverso la «Punto immobiliare Srl», di cui l’ex consigliere, «quando era già a conoscenza delle indagini nei suoi confronti, aveva donato le quote alla Provincia Italiana».I reati contestati ai tre vanno da «appropriazione indebita aggravata a bancarotta patrimoniale fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture false e occultamento delle scritture contabili». Altre 10 persone sono state denunciate per riciclaggio, false fatture, occultamento di scritture contabili e appropriazione indebita. Secondo il Gip, l’ente religioso che gestisce le tre strutture sanitarie romane sarebbe stato bersaglio di una «continua condotta di spoliazione», proseguita sino al 2012. «Sono state ricostruite operazioni di prelevamento di denaro contante dalle casse dell’Idi - spiega la Gdf -, presso il cui ufficio economato confluivano quotidianamente gli incassi giornalieri dell’intero comparto Idi-Sanità». Secondo l’accusa, Decaminada avrebbe portato via circa 4 milioni di euro (2,1 prelevati in contanti dalle casse della Provincia italiana, tra il 2006 e il 2012 «come rimborsi spese non giustificati» o «senza indicare in contabilità una sia pure apparente ragione» e altri 1,8 giunti attraverso società che ne schermavano la reale destinazione con fatture false emesse da un’altra ditta). Temperini, invece, avrebbe effettuato «prelievi non giustificati per oltre 350 mila euro». Per tutti c’è l’aggravante di aver prelevato le somme maggiori «proprio quando la crisi finanziaria che attanaglia gli istituti ospedalieri era ormai divenuta irreversibile».La Congregazione che gestisce gli ospedali ha confermato ieri «l’intenzione di costituirsi parte lesa nel procedimento, già manifestata a suo tempo». E anche Massimo Spina, uno dei tre commissari straordinari dell’Idi nominati dal ministero dello Sviluppo economico, annuncia: «Valuteremo se il gruppo dovrà costituirsi parte civile».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: