mercoledì 27 aprile 2016
​Lui, paraplegico, frequenta un istituto superiore a Roseto. Ora l'associazione mette a disposizione il numero verde 800 062 026 per il trasporto nelle uscite di istruzione.
Ibrahim, disabile, e la gita con l'aiuto di Unitalsi
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Gita di classe ad Orvieto per le seconde geometri, c’è Ibrahim da portare. E Ibrahim – tenacia d’una roccia e gambe troppo fragili per sorreggerla – non può mancare. Sabrina Del Gaone, la preside dell’istituto superiore Moretti di Roseto, vicino Teramo, fa la cosa più normale del mondo: scrive alle agenzie di viaggio accreditate al trasporto di studenti (una decina), indica il numero di partecipanti, il giorno della gita, la destinazione e chiede un pullman. Con una pedana che consenta a Ibrahim di salirci. Meno normale la risposta delle agenzie, che è positiva nella quasi totalità dei casi, ma in tutti presenta l’identica postilla: «Manca la pedana». Vale a dire, Ibrahim resta a casa. «Lo portiamo in macchina», propongono i professori in un acceso consiglio d’istituto convocato apposta. Ma Ibrahim è paraplegico, qualcosa potrebbe andare storto, la responsabilità è questione delicata già per la direzione scolastica, figurarsi per il singolo docente. «Non andiamo in gita allora», dicono gli studenti. Ma la gita è un diritto di tutti. Ibrahim, nel frattempo, non vedendosi consegnare il modulo di partecipazione decide di passare all’azione: tutte le mattine aspetta Del Gaone con la sua carrozzina davanti all’ufficio di presidenza e quando lei si avvicina le dice «Io parto». Poi scivola via, nel corridoio, e va a lezione. La preside, col cuore in gola, abbassa la testa e si ripete: «Ibrahim parte». Finché il cuore accende l’idea: a Roseto, nel suo quartiere, sa che vive qualcuno di Unitalsi, l’Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali. Il caso vuole  che quel qualcuno sia il vicepresidente, Dante D’Elpidio. La preside lo ferma per strada, gli racconta la storia di Ibrahim, gli chiede aiuto: il ragazzo è turco di origine, musulmano di religione, non deve recarsi in un santuario, questo crea qualche problema? Certamente no, le risponde D’Elpidio: la discriminazione, per chi trasporta disabili da un secolo, non è di casa.  In 24 ore un pulmino a 9 posti con pedana,  vano per la carrozzina e assistenti di viaggio (volontari, s’intende) è pronto. «Deve essere il pullman della classe», insistono i compagni di Ibrahim e decidono di viaggiare insieme a lui a turni di 5, dandosi il cambio agli autogrill, per partecipare tutti alla sua gita fin dalla strada.  Lui, ieri mattina, aveva un sorriso che non si può raccontare. Resta da dire, invece, che dall’idea della preside di Roseto ne è nata un’altra: l’Unitalsi ha messo a disposizione il suo numero verde nazionale e gratuito (800 062 026) per tutte le scuole che vogliano portare in gita i propri studenti disabili. Alla notizia ha fatto immediatamente seguito il plauso dell’Associazione nazionale presidi. L’alleanza è la premessa per un nuovo incontro tra mondo della scuola e volontariato. E perché nessuno, disabile o no, resti più indietro.
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