venerdì 2 settembre 2022
Ai candidati e ai votanti: la mafia si combatte anche eliminando il degrado, le disuguaglianze, il disagio economico e la dispersione scolastica
Un corteo del Movimento delle Valige nella città di Palermo nel 2019

Un corteo del Movimento delle Valige nella città di Palermo nel 2019 - Fotogramma

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«C’è un profondo rinnovamento che ci attende affinché la nostra terra torni ad essere una comunità di vita, di orizzonti, di speranze. È una responsabilità che condividiamo tutti». Lo scrivono i vescovi di Sicilia nel messaggio rivolto ai candidati alla guida della Regione e a tutti i siciliani in vista delle elezioni regionali del 25 settembre. Parlano da «compagni di strada del nostro popolo» e invitano a «dare voce ai più fragili» consegnando un’immagine: «Un povero uomo crocifisso ingiustamente, che con la sua vita, con la sua morte e risurrezione ci ha rivelato il senso ultimo e alto della politica: non crocifiggere l’altro con ingiuste leggi e prendersi cura di tutti i crocifissi della storia». E sottolineano: «Stare dalla parte di chi non ce la fa vuol dire, oggi, parteggiare per il futuro dei siciliani. Un futuro possibile, ma impegnativo. E insidiato».


Nell’Isola l’appuntamento elettorale del 25 settembre sarà doppio. Si vota anche per l’assemblea regionale. I presuli chiedono che i fondi del Pnrr servano per scuola, sanità e infrastrutture

Cinque pagine intense che invitano ad ascoltare anche i silenzi «di chi non partecipa più ai processi democratici». A dialogare, a comprendere, a collaborare. «Abbiamo bisogno di sentirci sempre più corresponsabili della cosa pubblica, di essere cittadini interessati profondamente alla Sicilia e al suo futuro».

E rivolgendosi ai candidati li esortano ad avere «una chiara progettualità, di coinvolgere tutti, di far sì che ognuno possa apportare il proprio contributo ideale». I pastori di Sicilia parlano di «solidarietà operosa» nella regione. «Oggi alla politica si chiede solo di saperla riconoscere, intercettare, interpretare», aggiungono. E sollecitano un progetto politico che includa gli ultimi. «Per il Vangelo è indispensabile stare dalla parte dei poveri e dei bambini, dalla parte della speranza».

I vescovi vivono la realtà dei territori tutti i giorni. «Sappiamo tutti quanto pericolosamente si stia allargando la forbice delle disuguaglianze, quanto improvvisamente e imprevedibilmente si sia diffuso il fenomeno delle nuove povertà». Ed ancora: «I fenomeni criminali, a cominciare da quelli mafiosi, trovano terreno fertile nelle situazioni di degrado, di disagio economico e nel grave fenomeno della dispersione scolastica». Non solo riflessioni ma anche proposte concrete. «I fondi del Pnrr sono un’opportunità eccezionale » per le «infrastrutture viarie, i trasporti, l’agricoltura e le energie rinnovabili. Servano per una sanità giusta, per un’istruzione dignitosa e diffusa. Servano concretamente per andare incontro alle famiglie che hanno un solo reddito, alla disperazione di chi è rimasto senza casa, all’angoscia dei lavoratori precari, alle incertezze degli artigiani e dei professionisti, alla solitudine degli anziani e dei disabili, al disorientamento dei bambini e degli adolescenti, alla stanchezza e alla disillusione dei giovani».

E proprio i giovani – spesso in fuga dall’isola – stanno a cuore ai pastori. «La gioventù è diventata in Sicilia una forma della povertà. Constatiamo con dolore che essere giovani nella nostra terra ha coinciso con una cocente mancanza di diritti: il diritto allo studio, il diritto al lavoro, il diritto a restare in Sicilia senza essere costretti ad andar via». E ancora altri temi d’attualità: «Impegniamoci a dare soluzione definitiva al grave problema della gestione dei rifiuti. Incrementiamo gli strumenti che possano garantire alla nostra isola la valorizzazione dei beni culturali mediante il turismo». Infine il richiamo alla Madonna «che il nostro popolo chiama “a Bedda Matri”. Un governo è umano se si fa guidare dall’attenzione alle donne (e ai loro bambini). Impareremo così che cosa significa dare la vita e non toglierla, essere per l’altro e non contro di lui, avere pietà e non disprezzo».

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